Lussemburgo (Lussemburgo), 20 giu. (LaPresse/AP) – I ministri delle Finanze dell’eurozona hanno stabilito che la Grecia potrà ottenere la quinta rata del prestito di salvataggio soltanto se il Parlamento approverà le leggi fondamentali su riduzione della spesa e privatizzazione. Dopo un meeting iniziato ieri pomeriggio e finito a tarda notte, i 17 ministri riuniti in Lussemburgo non hanno quindi firmato nessun accordo che preveda l’erogazione dei 12 miliardi necessari per allontare il rischio default. Servono prima 28 miliardi di nuovi tagli e riforme economiche, ha chiarito il presidente dell’eurogruppo Jean-Claude Juncker. “Noi, ovviamente – ha aggiunto – attendiamo questo voto”.
Una riunione speciale sarà convocata a inizio luglio, per trovare una soluzione alle questioni rimaste aperte, l’ultima rata del prestito dal valore di 110 miliardi di euro già approvato e un eventuale nuovo piano da concordare. Il governo di Atene ha infatti ammesso che avrà bisogno di un altro finanziamento che abbia più o meno le stesse dimensioni. Nessun accordo al riguardo è stato annunciato dopo il meeting di stanotte, ma Juncker ha detto di essere certo che il Paese lo otterrà, sempre se le nuove misure d’austerità saranno approvate.
Per quanto riguarda il settore privato, banche e creditori contribuiranno al nuovo piano su base volontaria. A loro, si legge in una nota diffusa dai ministri, sarà chiesto di acquistare nuovi titoli del Tesoro una volta che i vecchi saranno maturati, riducendo così la quantità di denaro che altri Paesi della zona euro e il Fondo monetario internazionale dovranno fornire. Tuttavia “nessuna pressione può essere esercitata sul settore privato”, ha sottolineato Juncker, dal momento che qualsiasi segno di coercizione potrebbe costringere le agenzie di rating a considerare il rinvio del pagamento come un parziale default.
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