Milano, 16 giu. (LaPresse) – Non c’è “nessuna corsa” da parte delle fondazioni bancarie a indebitarsi per mantenere le proprie quote tramite la sottoscrizione degli aumenti di capitale annunciati da diversi istituti. Lo ha spiegato Giuseppe Guzzetti, presidente di Acri e Fondazione Cariplo, a margine di un incontro organizzato da Banca Prossima a Milano. “A me non pare che corriamo – ha dichiarato Guzzetti – io ho sottoscritto l’aumento di capitale (di Intesa SanPaolo, ndr) senza indebitarmi”. Guzzetti ha voluto parlare solo della fondazione da lui guidata e sulla situazione della fondazione Mps, si è limitato a dire: “Siena è Siena, e non mi risulta ci siano altre fondazioni impegnate in questo senso”.
Con l’aumento di capitale da 5 miliardi, fondazione Cariplo ha accresciuto la propria quota fino a quasi il 5% di Intesa SanPaolo, ha precisato Guzzetti. “Allo stato attuale abbiamo arrotondato – ha aggiunto – e siamo poco sotto il 5%”. La quota di fondazione Cariplo era del 4,68% prima dell’aumento di capitale.
Diverso è invece l’esito delle ricapitalizzazioni sulle altre fondazioni azioniste. Antonio Finotti, presidente di Cariparo, ha precisato che “abbiamo già una quota molto importante. E’ rimasta la stessa, salvo l’aggiustamento dovuto conseguente al fatto che l’opzione è stata diretta anche alle azioni risparmio, e quindi è scesa di una frazione”. Partecipazione ridotta, invece, per Compagnia di San Paolo. “Dopo l’aumento di capitale. Siamo al 9,75% – ha chiarito il segretario generale Piero Gastaldo – mentre prima eravamo al 9,89%”.
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