Roma, 15 giu. (LaPresse) – Preoccupazione per lo stop all’energia nucleare come alternativa ai carburanti fossili e per la bolletta energetica dell’Italia, che “nel 2011 toccherà una quota record oltre i 63 miliardi di euro”. E’ quanto affermato dal presidente dell’Unione petrolifera, Pasquale De Vita, all’assemblea annuale al palazzo della Cancelleria a Roma. De Vita ha spiegato che la bolletta petrolifera potrebbe arrivare a 36 miliardi di euro. Le precedenti stime dell’Up del febbraio scorso si attestavano, rispettivamente, a 60 miliardi per l’energia e nella forbice tra i 31-37 miliardi per il petrolio. Nel 2010 la fattura energetica è stata pari a 53,9 miliardi di euro (+11,5 miliardi rispetto al 2009), mentre la fattura petrolifera si è attestata a 28,5 miliardi di euro (+8 miliardi). E nel 2010, ha sottolineato De Vita, il petrolio è costato, in media, il 40% in meno rispetto alle quotazioni attuali.

Il presidente dell’Up è convinto che “alla luce di quanto successo in Giappone emerge un dato, qualsiasi scenario si voglia prospettare: il ruolo insostituibile delle fonti fossili (petrolio, gas, carbone) in termini di disponibilità, versatilità, economicità e anche sicurezza”. Inoltre, sulla ricerca petrolifera in Italia “si devono necessariamente cercare soluzioni adeguate alle esigenze di tutela ambientale, senza però penalizzare le attività di ricerca che lo scorso anno hanno permesso un risparmio di oltre 4 miliardi di euro sulla nostra fattura energetica”. Secondo De Vita, il Belpaese ha affrontato la questione “un po’ emotivamente, col blocco totale di ogni attività”.

Per spiegare le criticità rispetto al “moltiplicarsi degli adempimenti amministrativi” della burocrazia italiana, De Vita ha portato a esempio anche il caso di Porto Tolle, dove la centrale dell’Enel è stata bloccata da una sentenza del Consiglio di Stato. “All’impianto – ha chiarito il leader dell’Up – era associato un progetto sperimentale per la cattura della CO2. Non si riesce a fare impresa in queste condizioni, neanche quando nei progetti c’è una forte valenza tecnologica e ambientale”. Il parere di De Vita è che permangano ancora “troppe distanze con gli altri Paesi europei in diretta competizione con noi. Occorre impegnarsi per una maggiore semplificazione di alcune procedure e tornare a pensare alla possibilità di riportare l’energia tra le competenze statali visto che il decentramento delle funzioni non ha prodotto i benefici sperati”.

De Vita ha affrontato poi la questione della rete di distribuzione dei carburanti, che ha definito “già aperta a chiunque voglia entrare: lo dimostra il fatto che, nonostante la forte contrazione dei consumi registrata negli ultimi anni (il 18% in meno dal 2004) si sono avute numerose nuove aperture sia da parte di piccoli operatori indipendenti sia da parte della grande distribuzione organizzata”.

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