Bruxelles (Belgio), 14 giu. (LaPresse) – “La crisi finanziaria non può mettere in discussione il successo dell’euro”. Lo afferma il governatore della Banca d’Italia e candidato unico alla presidenza della Banca centrale europea, Mario Draghi, nell’audizione al Parlamento europeo. “Condivido la posizione chiara della Bce. Non è favorevole a una ristrutturazione ed esclude ogni operazione che non sia su base volontaria” per quanto riguarda un Paese a rischio default.

“Abbiamo messo troppa enfasi sulla scelta tra ristrutturazione o fallimento – aggiunge il numero uno di Bankitalia – la ristrutturazione in fondo non è che un modo per rifinanziare un Paese”. Secondo Draghi, che si presenta ai parlamentari europei come presidente designato della Bce, una ristrutturazione “è più cara dei benefici che porta” ed espone a un più alto rischio di contagio. “All’inizio degli anni ’90 l’Italia era in una situazione peggiore di quella della Grecia oggi. Noi – spiega Draghi – avevamo un deficit dell’11% e ogni mese dovevamo emettere dei titoli tre volte l’esposizione della Grecia. Poi nel 1992 il Governo ha presentato un programma fiscale ritenuto credibile dai mercati”. Draghi sostiene dunque che Atene possa salvarsi senza ricorrere a una ristrutturazione.

Il governatore di Bankitalia si difende poi rispondendo alle domande che riguardano il suo passato in Goldman Sachs, negando un ruolo negli affari tra il colosso statunitense e la Grecia. “Primo, la mia attività e gli accordi con la Grecia – dice Draghi – sono stati avviati prima che andassi là; secondo, non ho nulla a che fare con questi accordi né prima né dopo, perché io non vendevo niente ai governi, ma solo al settore privato, e quando sono arrivato in Goldman ho spiegato che non avevo alcun interesse o volontà di continuare a lavorare nel settore pubblico”. Draghi ha aggiunto che “ho passato sei anni alla alla Vigilanza della Banca d’Italia e anche grazie al nostro lavoro le banche italiane non hanno avuto nessun problema durante la crisi. Sono stato troppo gentile con i banchieri italiani? Chiedete a loro”, sottolinea il governatore.

Draghi intende chiarire anche le polemiche arrivate dalla Germania sull’opportunità di un italiano alla guida della Bce. “Molti giornali tedeschi – prosegue il numero uno di via Nazionale – mi hanno rappresentato come un piatto di pasta o una pizza, ma ripeto le stesse cose da una vita”. Draghi rivendica così una politica di rigore sull’inflazione, in linea con la Bce e le aspettative della Germania.

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