Appello urgente di Ambrosini (Ali) al ministro Sangiuliano
“Il 40% dei libri è venduto online con una forte predominanza del grande fratello Amazon, come lo chiamo io, e questo provoca per le librerie -40% di fatturato potenziale e soprattutto perdiamo molto nel territorio con gli operatori che sono in grado di rilanciare il libro attraverso attività come una presentazione di libri, ma soprattutto perdiamo l’opportunità del lettore che entra in libreria per trovare il libro che non sapeva di acquistare”. Così a LaPresse Paolo Ambrosini, presidente Ali, l’associazione librai italiani. “Come si può rimediare a questo handicap? Non possiamo certo andare incontro ai cambiamenti del mercato che ci sono e che non riguardano solo il nostro settore”, prosegue Ambrosini. “Se si va a vedere negli ultimi 10 anni hanno chiuso 111.000 negozi nei centri storici. È un dato oggettivo che occorra un’armonizzazione della legislazione fiscale. Amazon usa una norma che gli permette di nascondere utili e quindi non tassandoli correttamente come avviene per tutte le altre imprese. Occorre intervenire con una Global minimum tax da applicare in maniera uguale a tutti gli Stati. In pratica arrivare a togliere quelli che sono gli elementi concorrenza sleali oggi vigenti per legge e di conseguenza continuare a sostenere la rete delle librerie. Purtroppo con l’ultima finanziaria per esigenze di cassa si sono cancellati gli unici provvedimenti che esistevano nel nostro settore senza un confronto con gli operatori, operando delle scelte che avranno purtroppo, se non corrette velocemente, risultati negativi sul settore nella seconda parte dell’anno che noi vediamo molto grigia. Negli anni si è consolidata questa idea che il libro costa ma cosa non costa nella spesa. Anche il caffè costa, ti dà un benessere breve mentre il libro è un bene che ti arricchisce ulteriormente perché ti dà delle competenze su conoscenze che prima non avevi. Dico sempre che il lettore è fondamentalmente un curioso, è uno che vuole confrontarsi con qualcosa di diverso da sé. Se noi non aiutiamo questo aspetto creiamo una popolazione piatta, invece dobbiamo creare una popolazione curiosa che voglia guardare oltre le proprie convinzioni. Perché il libro non è un peso per le famiglie ma è uno strumento di crescita”. Da qui l’appello urgente al ministro Sangiuliano “che in questi mesi ha fatto più volte pubbliche dichiarazioni a favore delle librerie, ai presidenti delle Commissioni cultura e istruzione di Camera Mollicone e del Senato Marti, e ai componenti le commissioni stesse, perché si apra una fase di ascolto e confronto. Riteniamo che le librerie, e in particolare le librerie fisiche, meritino maggiore attenzione di quanto ricevuta negli ultimi due anni“.
Un terzo delle librerie ipotizza il rischio di chiusura
Stamane presso la Camera dei deputati è stato presentato l’osservatorio nel quale si evince che tra gli effetti derivanti dal mancato rifinanziamento del fondo dedicato alle biblioteche per l’acquisto di libri dalle librerie del territorio si prospettano difficoltà economiche (73,3%) e nel mantenere i propri dipendenti (33,7%). Un terzo delle librerie ipotizza il rischio di chiusura della propria attività. Circa la metà delle librerie (48,4%) partecipa ai bandi ordinari per la fornitura di libri alle biblioteche. Tra coloro che non vi partecipano, la motivazione prevalente risiede nell’impossibilità a competere nei bandi (53,5%) e nella scontistica troppo elevata richiesta per aggiudicarsi la fornitura (43,8%).
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