Nel volume le testimonianze dirette di chi ha deciso di ricominciare da zero e scappare dalle sofferenze

Quando, dopo tanto subire, si dice basta alla violenza di un partner? Sono donne, madri, figlie, compagne, sorelle per le quali scatta un meccanismo che le porta lontano da quello che hanno subito. Si intitola ‘Graffi sulla corteccia. Rinascere dalla violenza’ il volume che raccoglie storie di donne che si sono salvate dalla spirale della violenza. Il libro è stampato con il contributo della Fondazione Plart di Napoli e del Gruppo Aet, voluto dall’Associazione l’Agapé odv, attiva nella lotta alla violenza domestica e lo stalking. Dal 2008, Agapé ha deciso anche di fare da supporto e da rete alle donne vittime di violenza morale, fisica e sessuale, offrendo percorsi terapeutici Emdr.

‘Graffi sulla corteccia’, storie di rinascita e di speranza

Il volume raccoglie le testimonianze dirette del lento percorso di donne che hanno deciso di mettere un ‘punto e basta’ e ricominciare da sé riconoscendo che quella ‘corteccia’ che viene a crearsi come meccanismo di difesa può trasformarsi in una prigione. Parole di rinascita e speranza, di consapevolezza che potrebbero spingere altre donne a ricominciare da zero. Come nel racconto ‘La crisalide e la farfalla’, una storia cominciata nel migliore dei modi al punto da etichettare come ‘gelosia’ episodi più o meno piccoli che avevano acceso una spia. Fino all’esplosione della violenza, ai tentativi di strangolarla da parte dell’uomo che aveva sposato. O la storia di Virginia che in uno specchietto vede una nuova immagine di sé, una nuova vita, nuovi documenti sui quali non c’è scritto nulla della sua storia passata, fatta di sofferenze, violenze, abusi. Storie di rabbia, come quella di Lorella che sa cosa “non vuole” e chiede a gran voce di essere considerata e vista per quello che è “una persona”.

“La violenza induce a mettere in dubbio la propria identità”

“Troppo spesso la violenza psicologica o fisica che subisce la donna da un partner o da un parente prossimo violento la induce a mettere in dubbio la sua identità più profonda“, scrive nel libro Anna Maria Santangelo, psicoterapeuta relazionale e psicotraumatologa. Le ripercussioni psicologiche sono molteplici: la vittima viene a trovarsi in una “dimensione di condizionamento” e “non riesce più a proteggersi”. 

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