A inaugurare la mostrache si è aperta giovedì scorso nei locali dell'ex Dogana Vecchia di Roma è stato il noto critico
Ad inaugurare la mostra Il Paradiso Inclinato che si è aperta giovedì scorso neilocali dell'ex Dogana Vecchia di Roma è stato Achille Bonito Oliva, il critico forse più conosciuto in Italia e in Europa. A lui LaPresse ha chiesto di spiegare il significato di questa esposizione dedicata a Luca Tomìo. "Con il Paradiso Inclinato Luca Tomìo pratica un concetto che mi è molto caro, quello di progettare il passato, spostarlo nel presente per fondare una sorta di eternità dell'istante.áInteressante innanzitutto il concetto di contaminazione, di attraversamento. La collocazione della mostra in uno spazio di archeologia industriale in cui convergono linguaggi multipli è una celebrazione del meticciato: meticciato artistico, sconfinamento dei linguaggi, incontri, scontri, confronti che recuperano, se si può dire, un'atmosfera, una temperatura della cultura, dell'arte romana, che ha avuto il suo momento di esaltazione intorno agli anni '60 e '70.áE' interessante innestare, recuperare, sottrarre all'archeologia del trionfo artisti celebrati e collocarli in relazione anche all'attualità, ad artisti conosciuti e sconosciuti che provengono da diverse località.áIn fondo l'arte è una continua migrazione, è frutto di un nomadismo ed io credo molto nell'identità apolide degli artisti e questa mostra ne fonda la dimensione in uno spazio, l'ex Dogana, che si presta assolutamente a diventare una sorta di luogo definito e definitivo per accogliere questa ed altre mostre.áIn fondo si può dire che Tomìo con questa mostra, tiene a battesimo, lui non romano, ma come si fa ad essere romani, siamo tutti in fondo persone che provengono da altre località ma ciò che è certo è che siamo diventati tutti cives romanus che è in qualche modo anche l'applicazione eá la conferma di una attitudine, di una sorta di universalità, di multimedialità biologica dell'artista, del critico, del teorico".
"Quello che mi piace di questa mostra" prosegue Achille Bonito Oliva, "è che Luca riesce a sottrarsi all'identità del curatore, che fa pura manutenzione, per recuperare quella del critico d'arte che buca le paratie del presente, recupera, ecco il Paradiso Inclinato, una temporalità che scorre all'indietro ed in avanti proprio per sintetizzare con la sua testimonianza espositiva l'arte, la storia dell'arte ed il rapporto dell'arte contemporanea con questa, diciamolo anche con leggera ironia, città eterna. E quello che è interessante è proprio che il tutto avviene non in un museo consacrato ma in uno spazio dove sopravvive il senso del provvisorio: li dove si pagava la dogana, invece, con molta generosità, tutti possono visitare gratuitamente la mostra".
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata