Presentata la rassegna 'Un applauso lungo un mese - L'arte di Gino Bramieri rivive a vent'anni dalla scomparsa' dal 28 aprile al 29 maggio a Milano
"Io sarò il presentatore della serata del 2 maggio, sarà un'occasione in cui ricorderemo divertendoci il ventennale della sua scomparsa di Gino Bramieri, con grandi ospiti che ce lo ricorderanno a 360 gradi, scopriremo cose inedite. Io ho avuto l'onore di duettare con Gino nel 1989, avevo 25 anni, lui cantò la canzone 'Lui andava a cavallo' e fu emozionante. Io avevo timore, di solito sono esuberante, ma in quell'occasione stavo molto indietro, anche se lui mi spronava. Quando ci incontrammo prima dello spettacolo, mi colpi la sua umanità, l'essere una persona normale, per niente divo, era una persona di grande generosità e affabilità. Lo porterò nel cure per sempre". Lo ha raccontato Marco Columbro alla presentazione della rassegna 'Un applauso lungo un mese – L'arte di Gino Bramieri rivive a vent'anni dalla scomparsa', in programma dal 28 aprile al 29 maggio a Milano.
COMICITA' SI AFFINA. "L'arte della comicità non si impara, si può affinare, ma bisogna avere per forza doti innate. I tempi comici sono come l'intonazione per un cantante: o sei intonato, o sei stonato. Sono qualità innate che rendi grande solo con il mestiere. Spesso i giovani confondono la popolarità con la visibilità: la popolarità si valuta negli anni, rimanere a cavallo per 50 anni è una dote che pochi hanno, solo i grandi", ha detto Marco Columro.
TV SPECCHIO SOCIETA'. "Spesso la tv ai giovani – ha aggiunto Columbro – dà esempi low cost, cheap, con persone che appaiono un anno e poi basta. Si sentono arrivati ma non hanno mestiere, non hanno niente, le capacità sono altre cose. 'Meteore', un programma di Mediaset, faceva vedere come alcuni cantanti o artisti scomparivano dopo solo una canzone". "La tv è lo specchio della società in cui vivivamo – ha proseguito il presentatore tv – Quella che facevamo io e Lorella Cuccarini era garbata, arrivava alle famiglie in modo trasversale, semplice, immediato e fulminante".
SCHEMI RIGIDI. "Oggi forse si è più portati a fare una comicità elaborata, se non si parla di politica non si è comici, oggi si è inscatolati in uno schema troppo rigido – ha proseguito Columbro – Non vedo all'orizzonte, oggi, giovani che possano diventare Gino Bramieri – ha concluso Columbro – lo spettacolo però avrebbe sempre bisogno di personaggi che diventino dei grandi e lascino il segno".
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