Diffamò la criminologa Bruzzone su Facebook: condannata la fondatrice della cooperativa ‘Be Free’

Diffamò la criminologa Bruzzone su Facebook: condannata la fondatrice della cooperativa ‘Be Free’

La sentenza emessa dal Tribunale di Roma

Oria Gargano, fondatrice della cooperativa Be Free contro la violenza di genere è stata condannata dal Tribunale Ordinario di Roma, Sezione IV Penale, “per il reato di diffamazione aggravata nei confronti della dottoressa Roberta Bruzzone, accogliendo integralmente le conclusioni della parte civile”. E’ quanto si legge in un comunicato dello studio della nota criminologa. Ad emettere la sentenza è stata il giudice Marina Casale. “La vicenda trae origine – viene spiegato – da dichiarazioni rilasciate da Oria Gargano in una serie di post su Facebook, nelle quali venivano formulate affermazioni gravemente lesive dell’onore e della reputazione professionale della dottoressa Bruzzone, psicologa forense e criminologa di fama nazionale. Il tribunale, all’esito di un articolato procedimento probatorio, ha riconosciuto la piena fondatezza delle accuse, evidenziando come le espressioni utilizzate dalla Gargano avessero ‘carattere oggettivamente offensivo’ e ‘idoneo a ledere la reputazione e la credibilità professionale’ della parte civile Bruzzone”. La sentenza – continua la nota – ha altresì disposto la condanna di Oria Gargano alla reclusione e al pagamento di una multa, nonché al risarcimento del danno in favore della dottoressa Bruzzone, da liquidarsi in separata sede civile. Inoltre, la Gargano è stata condannata al rimborso delle spese di costituzione e rappresentanza processuale in favore della parte civile, assistita dall’avvocato Serena Gasperini, sottolineando così l’efficacia e la qualità del lavoro difensivo svolto proprio dall’avvocato Gasperini. Un pronunciamento chiaro sulla tutela della reputazione e della verità. La sentenza rappresenta un passaggio di grande rilievo nella giurisprudenza recente in materia di diffamazione, riaffermando con forza il principio secondo cui la libertà di espressione non può mai travalicare il rispetto della verità dei fatti e della dignità delle persone. Il Tribunale ha infatti rimarcato che nel caso in esame ‘le dichiarazioni rese non erano riconducibili all’esercizio del diritto di cronaca o di critica, ma costituivano vere e proprie offese gratuite prive di riscontro oggettivo’”.

“Questa sentenza non è soltanto una vittoria personale, ma un segnale forte e necessario a tutela della verità e del lavoro di tutti i professionisti seri che operano nel campo della giustizia e della comunicazione. Le parole hanno un peso, e quando vengono usate per colpire e diffamare, la legge deve intervenire. Ringrazio l’Avvocato Serena Gasperini per la sua straordinaria competenza e dedizione, riconosciute anche dal Tribunale”, afferma Bruzzone. Secondo l’avvocato Gasperini si tratta di una “decisione che riafferma un principio basilare: la libertà di opinione non può trasformarsi in licenza di insulto. La sentenza riconosce pienamente la fondatezza delle nostre argomentazioni e il diritto della Dott.ssa Bruzzone di vedere tutelata la propria reputazione”.

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