Cinzia Pinna, indagata per favoreggiamento la compagna di Ragnedda

Cinzia Pinna, indagata per favoreggiamento la compagna di Ragnedda
Cinzia Pinna ed Emanuele Ragnedda (foto da Facebook)

Da esami un foro sul viso della 33ene uccisa dal reo confesso imprenditore vinicolo a Palau

Svolta nelle indagini sull’omicidio di Cinzia Pinna, la 33enne di Castelsardo uccisa a colpi di pistola nella notte tra l’11 e il 12 settembre nella tenuta di Emanuele Ragnedda a Conca Entosa, tra Palau e Arzachena. La procura di Tempio Pausania ha iscritto nel registro degli indagati Rosamaria Elvo, ristoratrice di San Pantaleo e compagna del reo confesso, con l’accusa di favoreggiamento. Secondo gli investigatori, la donna l’avrebbe aiutato a cancellare le tracce del delitto ripulendo la casa dal sangue e accompagnandolo ad acquistare un nuovo divano per sostituire quello macchiato durante l’aggressione.

Emergono intanto nuove dichiarazioni di Emanuele Ragnedda. Il 41enne ha chiesto ai magistrati di essere riportato a Conca Entosa per un sopralluogo insieme agli inquirenti, con l’obiettivo di ricostruire tutti i tasselli di quella notte. Ragnedda avrebbe detto di essere stato minacciato da Cinzia con un coltello, che lei avrebbe tentato di tagliargli la lingua e che lui avrebbe reagito sparando. “Potevo fuggire – avrebbe detto durante gli interrogatori – ma ho fatto la scelta sbagliata”. Nella stanza dove si sarebbe consumato il delitto sono state trovate tracce di cocaina e diverse bottiglie di vino. Domani saranno effettuati nuovi esami sui resti della donna, giovedì l’autopsia.

Da esami un foro sul viso della donna

La prima parte degli accertamenti medico-legali sul corpo di Cinzia Pinna conferma la presenza di un foro sul volto compatibile con un colpo di pistola. È quanto emerso dalla Tac eseguita lunedì a Sassari dal medico legale Salvatore Lorenzoni, con la partecipazione del consulente tecnico Ernesto D’Aloja, incaricato dal difensore di Emanuele Ragnedda, l’imprenditore di Arzachena reo confesso. Il colpo sarebbe stato esploso con una pistola semiautomatica Glock, regolarmente detenuta per uso sportivo e già sequestrata dai carabinieri. Il cadavere era stato trovato nella proprietà di famiglia di Ragnedda, tra Palau e Arzachena, nella provincia della Gallura Nord-Est Sardegna.

Il reo confesso: “Aggredito da lei con un coltello”

Gli esami sul corpo proseguiranno mercoledì, mentre giovedì potrebbe essere fissata l’autopsia. Parallelamente gli investigatori effettueranno nuovi sopralluoghi nella tenuta per ricostruire le fasi successive al delitto.L’inchiesta si concentra anche su eventuali complici: si indaga sul ruolo del giardiniere 26enne nel far sparire gli indumenti di Cinzia e su una donna di Arzachena, amica dell’imprenditore, che secondo i sospetti avrebbe contribuito a ripulire l’abitazione dalle tracce di sangue e a disfarsi del divano su cui la vittima sarebbe stata spostata dopo l’omicidio. Intanto emergono ulteriori dettagli della confessione resa da Ragnedda, che il 24 settembre ha ammesso di aver ucciso la giovane donna. Davanti ai magistrati ha sostenuto di essere stato aggredito con un coltello da Cinzia che, a suo dire, voleva tagliargli la lingua e di aver reagito sparando. In udienza l’imprenditore avrebbe dichiarato: “Avrei potuto fare un’altra scelta, ma ho fatto quella sbagliata. Potevo scappare, ma non l’ho fatto”. Ragnedda si trova ora nel carcere di Bancali, a Sassari, dove è sottoposto a sorveglianza speciale. 

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