Chiara Ferragni, al via processo su ‘Pandoro Gate’ e uova di Pasqua

Chiara Ferragni, al via processo su ‘Pandoro Gate’ e uova di Pasqua
(photo Valentina Stefanelli / LaPresse)

L’imprenditrice non è in aula: è accusata di truffa continuata e aggravata

Si è aperta oggi martedì 23 settembre davanti alla terza sezione penale presieduta dal giudice Ilio Mannucci Pacini, l’udienza pre dibattimentale che vede imputata l’influencer Chiara Ferragni per la vicenda del cosiddetto ‘Pandoro Gate’ e delle uova di Pasqua. L’imprenditrice, che non è presente in aula, è accusata di truffa continuata e aggravata. Con lei sono a processo l’ex braccio destro Fabio Damato, la manager Alessandra Balocco, da poco scomparsa, e l’imprenditore Francesco Cannillo patron di Cerealitalia-ID. Oggi erano previste le costituzioni di parti civili, non ci sarà il Codacons con cui Ferragni ha già stipulato accordi risarcitori.

L’udienza pre dibattimentale è stata rinviata al prossimo 4 novembre quando il giudice Ilio Mannucci Pacini deciderà se accettare la costituzione come parti civili di due associazioni di consumatori e una signora campana settantenne. Nel corso dell’udienza di oggi è stata anche formalizzata l’estinzione del reato per Alessandra Balocco, a seguito della morte avvenuta lo scorso agosto. 

La vicenda

L’imprenditrice digitale, secondo le indagini, avrebbe conseguito un ingiusto profitto di oltre 2 milioni di euro, sommando entrambe le operazioni di vendita, mentre non è quantificabile il “profitto non patrimoniale derivante dal ritorno di immagine legato alla prospettata iniziativa benefica”. La Balocco S.p.a Industria Dolciaria avrebbe venduto al pubblico “almeno 362.577 pandori ‘Balocco Pink Christmas, Limited Edition Chiara Ferragni’. Il pandoro ‘griffato’ era stato messo in vendita al “costo d’acquisto pari a circa 9,37 euro per confezione a fronte di circa 3,68 euro del Pandoro Balocco tradizionale”.

Per quanto riguarda le uova di cioccolato, la Cerealitalia-Id Spa avrebbe incassato come ingiusto profitto oltre 12 milioni, sommando entrambe le operazioni per la Pasqua 2021 e quella del 2022. Sia per il pandoro sia per le uova di cioccolato la comunicazione, veicolata anche attraverso i social dell’imprenditrice digitale, lasciava intendere che il ricavato delle vendite sarebbe stato devoluto in un caso all’ospedale Regina Margherita di Torino, nell’altro, invece, all’associazione ‘i Bambini delle Fate’. “Pubblicità ingannevole”, secondo i magistrati, condivisa “via social media” sia sui profili di Ferragni sia su quelli delle società coinvolte. I versamenti per beneficenza sarebbero stati, in realtà, precedenti rispetto alla vendita del pandoro e delle uova ‘griffate’, e di importo predefinito e non proporzionato alle vendite.

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