Si è ripetuto il prodigio della liquefazione del sangue di San Gennaro. “Abbiamo la gioia di annunciare che la reliquia è stata trovata completamente liquida”, ha detto l’abate della Cappella del Tesoro di San Gennaro, monsignor Vincenzo De Gregorio alle 10.08, dall’altare del Duomo dove il cardinale Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli, celebra la messa per la festività del Santo patrono.
Tanti gli esponenti delle istituzioni presenti, a partire dal sindaco Gaetano Manfredi e dal governatore della Campania Vincenzo De Luca. Seduto in prima fila l’ex presidente della Camera Roberto Fico, candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione. Presente in chiesa anche l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.

Videomessaggio di padre Romanelli da Gaza
Un videomessaggio di padre Gabriel Romanelli, parroco della chiesa della Sacra Famiglia di Gaza, è stato trasmesso nel Duomo di Napoli. “Ogni celebrazione eucaristica inizia sempre con l’atto penitenziale – ha detto l’arcivescovo, cardinale Mimmo Battaglia – e questa mattina come atto penitenziale vorrei consegnarvi un messaggio, che non è mio. Sono spesso in contatto con padre Gabriel, il parroco di Gaza, anche se in questi ultimi giorni la comunicazione è un po’ più difficile. Lui ha mandato un videomessaggio per noi, per questa festa di oggi”. L’annuncio è stato accolto da un sentito applauso dei fedeli.
L’arcivescovo di Napoli: “Israele cessi di versare sangue palestinese”
“Da questa cattedrale che respira come un petto antico, si alza un appello chiaro, diretto, senza garbo diplomatico. Ascolta, Israele: non ti parlo da avversario, ma da fratello nell’umano. Ti chiamo col nome con cui la Scrittura convoca il cuore all’essenziale. Ascolta: cessa di versare sangue palestinese“, ha affermato il cardinale Mimmo Battaglia.
“Cessino gli assedi che tolgono pane e acqua, cessino i colpi che sbriciolano case e infanzie; cessino le rappresaglie che scambiano la sicurezza con lo schiacciamento, cessi l’invasione che soffoca ogni speranza di pace. La sicurezza che calpesta un popolo non è sicurezza: è un incendio che, prima o poi, brucia la mano che credeva di domarlo. So il peso del tuo lutto, le ferite che porti nella carne e nella coscienza. Ogni terrorismo è un sacrilegio, ogni sequestro un’ombra sull’umano, ogni razzo contro civili un peccato che grida”.
“Ma oggi – davanti al sangue del martire – ti chiamo per nome: tu, Israele, fermati. Apri i valichi, lascia passare cure e pane, sospendi il fuoco che non distingue e moltiplica gli orfani. Non ti chiedo debolezza: ti chiedo grandezza. La grandezza di chi arresta la propria forza quando la forza profana la giustizia; di chi riconosce che l’unica vittoria che salva è quella sulla vendetta”.
Le parole dell’arcivescovo su Gaza sono state accolte da un lungo applauso dai fedeli presenti nel Duomo di Napoli. “Oggi – ha detto nella sua omelia – la parola sangue ci brucia addosso. Perché il sangue è un linguaggio che tutti capiamo, e che chiede conto a tutti. Il sangue di Gennaro si mescola idealmente al sangue versato in Palestina, come in Ucraina e in ogni terra ferita dove la violenza si crede onnipotente e invece è solo rumore. Il sangue è sacro: ogni goccia innocente è un sacramento rovesciato. Se potessi, raccoglierei in un’ampolla il sangue di ogni vittima, bambini, donne, uomini di ogni popolo, e lo esporrei qui, sotto queste volte, perché nessun rito ci assolva dalla responsabilità, perché la preghiera senta il peso di ogni ferita e non scivoli via”. Due volte le parole dell’arcivescovo, visibilmente commosso, sono state interrotte dall’applauso dei fedeli. “Oggi, con pudore e con fuoco, dico: è il sangue di ogni bambino di Gaza che metterei esposto in questa cattedrale, accanto all’ampolla del santo. Perché non esistono ‘altre’ lacrime: tutta la terra è un unico altare”, ha aggiunto il cardinale.

