Demolire San Siro? “Non si può, se non in minima parte”. Era la preoccupazione dell’assessore alla Rigenerazione urbana, Giancarlo Tancredi, dopo un confronto con la Soprintendente per l’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, Emanuela Carpani sul dossier stadio. “Carpani dice difficile non dare interesse culturale al secondo anello – scrive Tancredi il 12 maggio 2023 al direttore generale del Comune, Christian Malangone nelle chat agli atti dell’inchiesta urbanistica. Il 12 luglio inoltra un contenuto dall’alta funzionaria 56enne del Ministero del Cultura: “Non si sbilancia”. Il 27 luglio: “Carpani mi dice che un’eventuale demolizione deve essere solo in parte… non si tratta certo di salvare solo le vestigia”. Il “capo”, come viene più volte appellato il sindaco Giuseppe Sala “mi sa che reagisce male” commenta con il city manager. Il giorno successivo informa anche la dirigente di Palazzo Marino, Simona Collarini: “Mettono vincolo semplice. Non si può demolire se non in minima parte”. La Soprintendente avrebbe fatto però “una proposta interessante”. C’è una soluzione nel “caso di due interessi pubblici contrapposti”, afferma il 63enne interdetto per un anno da incarichi nella pubblica amministrazione. Cita l’esempio del “TAV che passa su borgo storico”. La “Presidenza del Consiglio avoca a sé e decide” ma “un problema sono i tempi”. Dal nodo del vincolo a quello dei volumi per le funzioni accessorie che i fondi proprietari di Milan e Inter pretendono per rendere sostenibile finanziariamente la realizzazione di un nuovo stadio. Ne parla il 5 marzo 2023 con l’architetto Stefano Boeri, il presidente della Triennale indagato per induzione indebita sul progetto dell’ex Pirellino. Boeri, che ha proposto ai club la realizzazione di uno ‘Stadio-Bosco’ bocciato, chiede “come rendere appetibile a Milan contributo sul Meazza” e “quanta volumetria aggiuntiva potrebbe avere? Commercio?”. “Trasferirei parte di queste volumetrie su Maura” risponde l’assessore, suggerendo la “stessa cosa” per il “consumo di suolo”.
I progetti della giunta per lo stadio a La Maura
E’ il dossier, caldo in quelle settimane, sull’ippodromo di Snaitech e l‘area che include le piste di allenamento Trenno e Maura nel Parco Agricolo Sud Milano, sottoposte a vincoli monumentali e paesaggistici. C’è l’ipotesi di costruire lì la nuova Scala del Calcio. Il 3 marzo Sala ha pubblicato sui social network la rubrica ‘Buongiorno Milano’ con cui il primo cittadino dialoga con la città. “Non pretendo, ovviamente, che tutti condividano la mia visione, ma oggi vorrei dirvi la mia sulla questione stadio, sulle decisioni di Milan e Inter e sulle sorti di San Siro”. Fra il 5-6 marzo Tancredi-Malangone e la dirigente di Palazzo Marino, Simona Collarini, si scambiano dei contenuti non visibili nelle chat acquisite dalla guarda di finanza. L’argomento però è chiaro. Il dg tuttavia chiede: “Vi risulta? C’entra con La Maura?”. Risponde Tancredi: “C’era da aspettarselo. Va nella direzione di una tutela della Maura e quindi non dello stadio. Saremmo costretti a dare parere negativo come Giunta”. Collarini propone una soluzione per trasformare l’area da verde vincolato del Parco Sud a edificabile: “Puoi procedere con la norma transitoria del Ptcp (Piano territoriale di coordinamento del parco, ndr)” che “prevede che si possa intervenire anche nelle more del piano di cintura, ma con interventi che vengono dichiarati di interesse pubblico e generale”. Passa un anno e mezzo e Sala esce sulla stampa con dichiarazioni in cui parla di “interesse realistico da parte del Comune” ad acquisire da Snaitech l’area. Malangone a Tancredi: “Capo carichissimo su acquisto Maura, dobbiamo capire come eventualmente farlo”. “Tua idea geniale! – risponde l’assessore – è un colpo pazzesco per lo stadio. Coi soldi come siamo messi?”. Il city manager dice di aver “sentito” la Soprintendente Carpani. “Andiamo insieme da lei. Chiama anche tu, così fissiamo”. Tancredi ha le idee chiare sull’iter da seguire. Acquisire l’ippodromo La Maura che poi “andrebbe lasciato in custodia a Schiavolin”, l’amministratore delegato di Snaitech, “fino a definizione progetto, su cui lancerei concorso internazionale”. Malangone insiste: “Dobbiamo capire procedura”.

