Stadio San Siro, in chat lista politici maggioranza contrari a progetto: “Non diamo gli atti”

Stadio San Siro, in chat lista politici maggioranza contrari a progetto: “Non diamo gli atti”

Nell’elenco Monguzzi (Verdi) Fedrighini (gruppo Misto) e Pantaleo e Giungi (Pd)

C’è anche l’elenco di consiglieri comunali della maggioranza che si oppongono o si smarcano dalla linea della giunta Sala sui progetti edilizi e lo Stadio San Siro nelle chat dell’inchiesta sull’urbanistica della Procura di Milano. Politici che continuano “a chiedere accesso” a “atti” e “pratiche” edilizie come Carlo Monguzzi (Verdi) o Enrico Fedrighini (gruppo Misto) che “ha chiesto documenti Stadio” scrive la dirigente Simona Collarini ad agosto 2022. “Cerchiamo di non darglieli perché consegnati in via informale?” domanda l’assessore Giancarlo Tancredi. Sul progetto Meazza il gruppo Tancredi-Collarini con il dg Malangone raccoglie le posizioni dei contrari o degli scettici, sia nel centrosinistra che governa la città quanto nell’opposizione di centrodestra, per capire come replicare in aula e che posizione tenere pubblicamente. Compaiono di nuovo Fedrighini che pretende ‘centralità’ del consiglio comunale nella scelta se abbattere o ristrutturare San Siro, uno studio su “costi”, sulla possibilità di “giocare” durante i lavori e un “piano della mobilità” per capire i reali “impatti sul quartiere”. E’ il 2022 e due anni prima la conferenza dei servizi gestita da Tancredi come Responsabile unico del procedimento (all’epoca è alto dirigente del settore e non assessore) ha dato risultati sfavorevoli ai club. Sul traffico, ad esempio, Milan e Inter hanno consegnato un prospetto basato su interviste condotte nel giorno del match dei nerazzurri contro il Benevento del 2018. Gli ingegneri Nicoliello e Riazzola, a capo dell’Area Pianificazione e Programmazione Mobilità del Comune, hanno sottolineato come manchino le “sezioni di traffico veicolare in termini di modo: auto, moto, bus leggeri, medi e pesanti”. “Non si concorda con la scelta” dei club “di usare un coefficiente di equivalenza per i mezzi pesanti pari a 2” hanno scritto, visto che le tabelle dell’Agenzia Mobilità Ambiente e Territorio (Amat) specificano che per i veicoli commerciali il moltiplicatore deve essere pari a 2,5 e per i veicoli commerciali pesanti sopra i 10 metri a 4. Le moto? “Non è emerso come sono state considerate” così come mancano gli scenari peggiori, “quello del mercoledì sera, somma di big match” delle coppe “più indotto dei nuovi interventi”.

Pantaleo: “Prima me lo paghi e poi caso mai lo demolisci”

Nella chat spunta il nome del consigliere Alessandro Giungi (Pd), contrario a vendita e abbattimento del Meazza di cui “non è stata valutata la rifunzionalizzazione”. Il consigliere al terzo mandato pretende garanzie sul prezzo del biglietto che “deve restare popolare – No posti Vip”, annota Malangone. Rosario Pantaleo (Pd), eletto con i voti della zona Baggio-San Siro, è pragmatico: il Meazza ha un valore “storico” e “sentimentale” ma soprattutto “economico”. Quindi “prima me lo paghi e poi caso mai lo demolisci”. Si domanda “Che senso ha la parte commerciale?” che le squadre vogliono realizzare nel comparto e perché “a distanza di 30 anni” dai Mondiali di Italia ’90 “si dice che il terzo anello non serve e va abbattuto. Non facciamo gli errori del passato” anche in relazione alle “polveri sottili e sottilissime” della demolizione. Inoltre per Pantaleo sulle case “di via Tesio” ha “ragione” chi abita “lì da tempo rispetto a chi è arrivato dopo” sintetizzano i dirigenti, con riferimento al maxi progetto immobiliare di Hines sull’ex Trotto, una delle concause per cui si vorrebbe abbattere e spostare San Siro su cui altrimenti affaccerebbero le nuove costruzioni della multinazionale americana del real estate.

Fedrighini: “Chat dimostrano che è progetto insostenibile

– “L’insostituibilità dello strumento dei crediti di carbonio è la prova documentata dell’insostenibilità ambientale del progetto Meazza”. Così a LaPresse il consigliere comunale di Milano, Enrico Fedrighini, citato nelle chat dell’inchiesta sull’urbanistica dall’ex assessore Giancarlo Tancredi e dal direttore generale del Comune, Christian Malangone, per la sua proposta di vietare l’uso di ‘certificati green’ come compensazioni ambientali dei grandi cantieri immobiliari e del progetto nuovo Stadio di Milan e Inter. Proposta che trova l’opposizione dei due uomini apicali di Palazzo Marino e della giunta Sala. “Il carbonwashing è oggetto di numerose inchieste e denunce che coinvolgono anche grandi gruppi”, spiega il consigliere comunale eletto con la lista del sindaco Giuseppe Sala ma che nella maggioranza di centrosinistra è uno dei più critici sullo Stadio e le recenti vicende urbanistiche. “Sostanzialmente si affidano i crediti a società che di fatto realizzano progetti poco positivi sotto il profilo ambientale/climatico”, aggiunge. “Per me essenziale è che, con i crediti di carbonio, il progetto Meazza conferirebbe a Milano un ruolo negativo a livello planetario – prosegue -: mentre nelle città più avanzate si converte il territorio in verde, alberi, energia sostenibile, qui verrebbe inaugurata una novità assoluta di cui vergognarsi. I profitti con opere che hanno un impatto ambientale enorme su città e abitanti” e che vengono compensati da “carbonwashing”.

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