Omicidio Gemona, a chiamare il 112 è stata la compagna della vittima

Omicidio Gemona, a chiamare il 112 è stata la compagna della vittima
photo by Modena – Fogliarini/LaPresse

La madre di Alessandro Venier sostiene di aver ucciso il figlio insieme a Maylin Castro Monsalvo: emergono dubbi

 A chiamare il 112 la mattina del 31 luglio è stata Maylin Castro Monsalvo, la 30enne colombiana compagna di Alessandro Venier, ucciso e fatto a pezzi a Gemona, in provincia di Udine. Secondo quanto si apprende, la telefonata sarebbe stata confusa, con Castro Monsalvo che pronunciava frasi incomprensibili e, in sottofondo, una persona – presumibilmente Lorena Venier, madre della vittima che ha ammesso di aver ucciso il figlio insieme alla nuora – dire ‘No, no’. Una volta arrivata la segnalazione dal 112, la pattuglia dei carabinieri si è recata in via dei Lotti 47 dove c’erano le due donne ad attendere i militari, dando il via alle ricerche che hanno portato alla scoperta del corpo, fatto a pezzi, nascosto in un bidone in cantina.

Durante la telefonata le due donne stavano discutendo

Ancora non è chiaro se le due donne stessero litigando al telefono al momento della chiamata al 112, quello che è certo è che la telefonata fosse confusa e concitata. Castro, che risulta essere in cura da una psichiatra per una probabile depressione post partum, presenta dei lividi sulle braccia, lividi che chi li ha visti definisce recenti, non risalenti a oltre 10 giorni fa, momenti in cui Venier data l’omicidio, avvenuto secondo la donna il 25 luglio. L’unica a essere stata sentita dalla procura al momento è proprio la madre della vittima: Castro si era sentita male il giorno dell’interrogatorio con il pm e ha preso parte all’interrogatorio davanti al gip ancora “rallentata” e comunque avvalendosi della facoltà di non rispondere. 

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