È stato rinviato a giudizio Louis Dassilva, il 35enne, cittadino senegalese, accusato dell’omicidio di Pierina Paganelli, la pensionata di 78 anni uccisa con 29 coltellate la sera del 3 ottobre 2023 nel garage del complesso residenziale di via del Ciclamino, a Rimini. La decisione è arrivata oggi dal giudice per l’udienza preliminare Raffaele Deflorio, al termine di un iter rallentato da ben tre rinvii, necessari per valutare le eccezioni preliminari sollevate dalla difesa, affidata agli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi.
Il processo si aprirà il prossimo 15 settembre davanti alla Corte d’Assise, con l’imputazione di omicidio volontario aggravato. Il prossimo 16 luglio segnerà un anno esatto di carcerazione preventiva per Dassilva, che si trova in custodia dallo scorso 2024.
La ricostruzione dell’omicidio di Pierina Paganelli
Secondo la ricostruzione del pm Daniele Paci e della squadra mobile, l’uomo avrebbe colpito Pierina Paganelli per impedirle di rivelare la sua relazione extraconiugale con la nuora, Manuela Bianchi. Un delitto che, secondo chi indaga, sarebbe stato consumato per tutelare il proprio matrimonio con Valeria Bartolucci e proteggere la Bianchi da eventuali ritorsioni familiari.
Il 18 aprile scorso il Tribunale del Riesame aveva confermato il carcere per Dassilva. Il 14 aprile, il Gip del tribunale di Rimini, Vinicio Cantarini, aveva già rigettato la richiesta di scarcerazione presentata da Riaro Fabbri, l’avvocato difensore del 35enne.
Le immagini delle telecamere di via del Ciclamino
La Procura di Rimini per indagare sul caso ha visionato anche i filmati delle telecamere di via del Ciclamino. “Tra le ore 22.17.02 e 22.17.08” la ripresa “ritraeva un soggetto (ripreso di spalle), mentre camminava in direzione del portone del civico 31. Pur nella scarsa qualità dell’immagine, la persona raffigurata risultava di carnagione scura. Dagli accertamenti emergeva che l’unico abitante di colore nel condominio 31 (come in quelli limitrofi) era l’indagato”, si legge nella nota.
L’uomo, sia nelle dichiarazioni rese al pm che nelle plurime interviste rilasciate in tv, ha sempre asserito di essere rimasto a casa dalle ore 20 del 3 ottobre sino alle 8 del mattino successivo. Il gip ha dunque “rilevato la falsità dell’alibi, non solo smentito dalle riprese della telecamera, ma non riscontrato nemmeno dai plurimi accertamenti tecnici compiuti sul telefono dell’indagato e sugli applicativi in esso installati”.
Intorno all’orario in cui è stato commesso l’omicidio, Dassilva era infatti “sicuramente sveglio, poiché aveva letto un messaggio ricevuto alle 21.44 ed era connesso alla piattaforma Netflix fino alle ore 22.06″. Il cellulare è stato poi riutilizzato alle 22.38: tale intervallo di tempo, ha osservato il gip, “ha permesso all’indagato di scendere al piano seminterrato, uccidere l’anziana donna, uscire dal condominio per disfarsi dell’arma e fare, infine, rientro in abitazione”. Il gip ha rimarcato anche plurimi “depistaggi” posti in essere dall’indagato, nel tentativo di allontanare i sospetti.