Bufera sullo chef Paolo Cappuccio: su facebook cerca personale ma no a omosessuali e ‘comunisti’

Bufera sullo chef Paolo Cappuccio: su facebook cerca personale ma no a omosessuali e ‘comunisti’

Bufera sullo chef stellato Paolo Cappuccio, che in questi giorni ha pubblicato sui social un annuncio per la ricerca di personale che ha ‘offeso’ e insultato diverse categorie di persone, dagli omosessuali ai ‘comunisti/fancazzisti’. “Problemi” a suo dire ‘paragonabili’ a quelli di alcol e droghe.

Il post di Paolo Cappuccio

“Evitate di farmi perdere tempo, sono esclusi comunisti/fancazzisti, Master chef del cazzo e affini, Persone con problemi problematiche di alcol droghe e di orientamento sessuale. Quindi se eventualmente resta qualche soggetto più o meno normale… Persone referenziate se rimangono volentieri. Evitate di commentare cazzate sarete automaticamente bruciate”. Queste le parole comprese nel post pubblicato sui social da Paolo Cappuccio, che hanno scatenato una bufera sui social.

I commenti sui social e il tatuaggio

“Paolo Cappuccio, lo chef che cerca personale ‘normale’ offendendo circa diciotto categorie – tra le quali, ovviamente, gli omosessuali – spiega oggi al Corriere che ha anche amici miei. Penso sia sincero” ha scritto Luca Bottura sui social.

Qualcuno ha anche commentando postando alcune foto vecchie dello chef che sembrano mostrare tatuaggi ambigui che sembrano far intravedere una svastica e un fascio littorio.

La replica dello chef

Corriere della Sera riporta oggi una replica dello chef stellato che sostiene che “dopo l’ennesima delusione cercavo collaboratori onesti, con un’idea chiara della loro posizione all’interno della società, della brigata, che si comportino bene”. Dice poi di essere “stufo di persone che mi fanno perdere tempo, si mettono in malattia, non svolgono le proprie, mansioni o bruciano due infornate di pesce al sale, vogliono essere pagati ma non lavorare. I diritti sono sacrosanti, ma ci sono anche i doveri”.

Sul tema dell’orientamento sessuale aggiunge: “Mi è capitato di avere persone non etero, che esibivano in modo molto eccessivo, fino a dar fastidio, il loro modo di vivere diversamente”. “In brigata si creavano problemi, litigi, insulti. Quindi, per evitare spiacevoli conversazioni, ho sottolineato che uno può essere quello che vuole, ma non ostentarlo in questo modo troppo oltre e poco elegante. Io ho amici gay, usciamo e andiamo in vacanza assieme. Ma sul lavoro uno sta al suo posto. Se invade la libertà di un altro sta imponendo la sua posizione di vita, che può dar fastidio”.

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