Villa Pamphili, fermato in Grecia il presunto killer: l’americano Rexal Ford

Villa Pamphili, fermato in Grecia il presunto killer: l’americano Rexal Ford

L’uomo, 46 anni, è stato bloccato sull’isola di Skiathos. Si era rifugiato tra i turisti, cercando di mimetizzarsi, ma è stato tradito dal suo telefono cellulare

È stato fermato a Skiathos, in Grecia, il presunto responsabile dell’omicidio della bambina trovata morta a Villa Pamphili, a Roma. La piccola è stata rinvenuta nel parco pubblico della Capitale sabato scorso. Vicino a lei anche il corpo senza vita della madre per cui gli investigatori stanno cercando di capire le cause del decesso. L’uomo si chiama Rexal Ford, cittadino statunitense di 46 anni. Si era rifugiato tra i turisti, cercando di mimetizzarsi, ma è stato tradito dal suo telefono cellulare. 

Il presunto killer si chiama Rexal Ford

Si chiama Rexal Ford, 46 anni, cittadino degli Stati Uniti, il presunto colpevole dell’omicidio della bimba trovata morta a Villa Pamphili. L’uomo si era rifugiato tra i turisti, cercando di mimetizzarsi, ma è stato tradito dal suo telefono cellulare. Grazie all’analisi delle celle, le autorità italiane e greche sono riuscite a individuarlo e bloccarlo: la polizia dell’isola lo ha fermato stamattina. L’uomo, che durante un primo controllo a Roma si era qualificato come il padre della bambina, è accusato di omicidio aggravato della piccola, di circa otto mesi, e sospettato anche della morte della donna, la cui identità resta ancora incerta. La procura ha chiesto ed ottenuto dal Gip un mandato d’arresto europeo, eseguito dalle autorità greche.

L’ipotesi più accreditata degli inquirenti è che Ford abbia ucciso la figlia e tentato di occultare entrambi i corpi prima di fuggire.

Procuratore Lo Voi: “Robusti indizi di colpevolezza”

“Sul fermato in Grecia, accusato dell’omicidio della bimba trovata cadavere insieme alla madre a Villa Pamphili, abbiamo robusti indizi di colpevolezza. È un’indagine ancora in corso, sui cadaveri sono ancora in corso degli accertamenti”, ha detto il procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi durante la conferenza stampa. “Siamo partiti senza alcun elemento in mano e senza riferimenti. La polizia ha indagato e la procura ha messo a sistema alcuni elementi anche grazie alle autorità statunitensi che ci hanno fornito elementi utili all’identificazione del soggetto e la polizia greca che ha evitato che il soggetto fuggisse”, ha aggiunto.

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Procuratore Lo Voi: “In campo l’Fbi”

“Un contributo fondamentale alle indagini è stato fornito dall’Fbi, che è sceso in campo non appena lo abbiamo attivato”, ha aggiunto Lo Voi. Alla conferenza stampa sono presenti anche il procuratore aggiunto Giuseppe Cascini e il dirigente della squadra mobile della questura di Roma, Roberto Pititto.

Procuratore Lo Voi ringrazia ‘Chi l’ha visto?’

“Ringrazio la trasmissione ‘Chi l’ha visto?’ per lo spunto particolarmente utile per indirizzare le indagini. Emesso dal gip mandato di arresto europeo per l’uomo fermato in Grecia”, ha aggiunto Lo Voi parlando del programma di Rai3.

Mercoledì 11 giugno, durante l’appello della polizia nell’ultima puntata di ‘Chi l’ha visto?’, una persona che stava seguendo la trasmissione ha raccontato di aver visto, in una piazza centrale di Roma, una donna con in braccio una bambina mentre veniva strattonata da un uomo. “Era una bruttissima scena, ha detto, perché l’uomo era in uno stato evidente di alterazione e strattonava la giovane donna nonostante avesse una bimba in braccio”. La segnalazione ha permesso l’identificazione dell’uomo. “Quella della donna ancora non è precisa”, ha spiegato il procuratore.

Caso Villa Pamphili, le ricostruzioni 

Già giovedì inquirenti e investigatori hanno stretto il cerchio intorno all’uomo che era in compagnia delle vittime prima della loro morte. Inoltre sono al vaglio alcune segnalazioni giunte da alcune associazioni di volontariato che potrebbero aver fornito elementi utili alla identificazione delle due. La speranza di identificare madre e figlia neonata è appesa a quattro tatuaggi diffusi dalla polizia. 

In base a una prima ricostruzione degli inquirenti, ancora tutta da verificare, il compagno della donna, presente con lei e la bambina nel parco, avrebbe potuto agire in preda al panico strangolando la piccola. Il corpo della bimba, secondo quanto riferito dal medico legale, presenta evidenti segni di strangolamento.

Le indagini, inoltre, si stanno concentrando anche su alcune testimonianze ritenute attendibili. Tre ragazzi avrebbero visto un uomo con un cappellino a visiera che teneva in braccio una bambina, una donna ha confermato di aver osservato la stessa scena dall’auto. Questi elementi sono ora al vaglio della Squadra Mobile e della Polizia Scientifica, impegnate in un nuovo sopralluogo a Villa Pamphili alla ricerca di ulteriori prove. 

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