L'obiettivo degli inquirenti è "ricostruire la traiettoria delle tracce di sangue e la dinamica dell'omicidio"

Il Ris, incaricato dalla Procura di Pavia, è nella villetta della famiglia Poggi, a Garlasco, con laser scanner e droni. Lo rende noto in esclusiva sui social il Tg1, aggiungendo che l’obiettivo degli inquirenti è quello di “riprodurre in 3D l’interno e l’esterno della casa dove nel 2007 venne uccisa” Chiara Poggi, “ricostruire la traiettoria delle tracce di sangue e la dinamica dell’omicidio”. 

Alberto Stasi è l’unico condannato per il delitto avvenuto il 13 agosto 2007 nella cittadina in provincia di Pavia. Diciotto anni dopo l’omicidio è stato iscritto nel registro degli indagati Andrea Sempio – amico del fratello della vittima, Marco Poggi – all’epoca dei fatti 19enne e tra il 2016 e il 2017 già al centro di ulteriori indagini sollecitate dai legali di Stasi sul dna trovato sotto le unghie della 26enne. 

 

Il maxi incidente probatorio sul delitto di Garlasco 

Il prossimo 17 giugno ci sarà un maxi incidente probatorio, affidato dalla gip di Pavia Daniela Garlaschelli agli agenti della scientifica Denise Albani e Domenico Marchigiani. Si procederà a una maxi perizia su reperti come il materiale biologico trovato sotto le unghie della vittima, frammenti di oggetti sequestrati nella villetta, e impronte digitali rilevate sulla scena del crimine.

In questo contesto, la richiesta di estendere i prelievi genetici che potrebbe avanzare la famiglia Poggi potrebbe partire dunque dal genetista Francesco De Stefano e dal suo staff: De Stefano è il perito della Corte d’assise d’appello nel processo bis del 2014 che ha condannato Alberto Stasi a 16 anni per l’omicidio di Garlasco. Aveva stabilito, “senza alcun rilievo di segno contrario” da parte della difesa Stasi, come le tracce di dna maschile e misto sulle unghie della 26enne uccisa fossero degradate, contaminate, non databili e inutili per fornire indicazioni di “identità” di un singolo soggetto.

10 piste alternative alla colpevolezza di Stasi

Sarebbero almeno 10 le piste alternative alla colpevolezza di Stasi. Nomi che compaiono in 18 anni di indagini e processi e vengono indicati a più riprese dalla difesa del 41enne condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio della fidanzata. Non c’è solo Sempio ma anche un “ladro sconosciuto”, le sorelle Stefania e Paola Cappa ma anche l’intera “famiglia Galli” o la “nonna” di Chiara Poggi, fino al “tabaccaio” o il “panettiere” di Gropello Cairoli.

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