La procura generale di Milano in un appunto trasmesso ai colleghi di Pavia: "Chiara Poggi non aveva doppia vita"

Chiara Poggi non aveva alcuna “doppia vita” e la “versione alternativa” che indica in Andrea Sempio il suo assassino è priva di “ogni razionalità e plausibilità pratica”. Lo ha scritto la Procura generale di Milano in un “appunto”, visionato da LaPresse, inviato alla Procura di Pavia durante le indagini sul delitto di Garlasco.

L’atto della procura di Milano del gennaio 2017

Le “ipotesi alternative” sull’omicidio della 26enne che collocano, a turno, nella villetta di via Pascoli il 13 agosto 2007 un “ladro sconosciuto” o un “soggetto legato da blanda conoscenza” sono “prive di ogni collegamento con le risultanze processuali”. L’atto, che risale al 17 gennaio 2017 ma non è mai stato pubblicato, contiene una serie di “osservazioni in ordine all’istanza della difesa di Alberto Stasi” che, con le indagini della società privata SKP Investigazioni & Servizi di sicurezza, aveva indicato nell’amico di Marco Poggi il colpevole alternativo del delitto.

Cosa dice la procura generale di Milano su Sempio

Per la Procura generale di Milano una “esauriente analisi” della “vita di Chiara, le sue frequentazioni, il suo ambito familiare”, (citando le parole utilizzate in due sentenze della Cassazione, quella di annullamento con rinvio e quella di condanna definitiva per Stasi), “toglie ogni razionalità e plausibilità pratica alla versione alternativa dell’amico del fratello, quale possibile autore dell’omicidio”. Sempio “non risulta aver svolto alcun ruolo né risulta avere mai avuto alcuna collocazione nella vita di Chiara Poggi, attesa anche la significativa differenza di età”.

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