L'associazione: "Sistema penitenziario in profonda crisi, Dl Sicurezza rischia di annichilire i detenuti". Sovraffollamento reale al 133%
Nuovo allarme sullo stato delle carceri in Italia nel report annuale dell’associazione Antigone sulle condizioni di detenzione. Il 2024, si legge nel rapporto dell’associazione che si occupa dei diritti e delle garanzie dei detenuti, è stato l’anno con più suicidi in cella di sempre: sono state almeno 91 le persone private della libertà che si sono tolte la vita nello scorso anno. Superata anche la cifra del 2022, anno di inizio dell’emergenza. E il trend non sembra arrestarsi nel 2025: sono stati almeno 33 i suicidi in cella tra gennaio e maggio. Il 2024 passa alla storia anche come l’anno con più decessi in carcere in generale: sono state complessivamente 246 le persone che hanno perso la vita nel corso della loro detenzione. A livello europeo, l’Italia è in generale considerato un paese con un tasso di suicidi basso. Secondo Eurostat, il tasso di suicidi in Italia nel 2021 – 0,59 casi per ogni 10.000 abitanti – si colloca ben al di sotto della media europea, pari a 1,02 casi ogni 10.000 abitanti. L’Italia si colloca invece ben al di sopra della media europea per quanto riguarda i suicidi in carcere. Secondo l’ultimo dato del Consiglio d’Europa, nel 2022 il tasso di suicidi nelle carceri italiane era più del doppio della media europea: 15 casi ogni 10.000 persone detenute, a fronte di una media di 7,2 casi.
Antigone: “Sistema penitenziario in profonda crisi d’identità”
“Siamo senza respiro. I detenuti sono senza respiro. Gli operatori sono senza respiro. Come forse mai negli ultimi decenni il sistema penitenziario vive una crisi profonda. Nelle cento visite di Antigone abbiamo potuto constatare con i nostri occhi cosa significa un sistema penitenziario in crisi profonda di identità: corpi ammassati in celle chiuse, spazi inadeguati, tensione alle stelle, sofferenza generalizzata, condizioni igieniche e sanitarie inaccettabili, educatori stanchi, poliziotti in difficoltà, direttori provati, medici preoccupati, volontari a malapena tollerati”, dice il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella, nell’introduzione del rapporto. “Il sistema penitenziario deve tornare a respirare, altrimenti rischia una pericolosissima implosione. Oltre a ogni volontà riformatrice, negli ultimi tempi si è smarrito anche un senso comune di appartenenza costituzionale. Non di rado accade che non solo la pratica, ma anche la retorica pubblica, è esplicitamente aggressiva, truce, illegittima“, prosegue. “Dobbiamo costruire una grande alleanza di tutti coloro che intendano muoversi nel solco dell’articolo 27 della Costituzione, a partire dalle Università, dalle associazioni, dal mondo delle professioni e dai sindacati. Il carcere non va trasformato in una trincea di guerra. Chi usa toni militareschi o guerrafondai per orientare e gestire la vita carceraria commette un gravissimo atto di insubordinazione costituzionale che renderà durissima la vita degli stessi poliziotti”, ha detto ancora Gonnella. “É necessario che a partire dal linguaggio si ridefinisca un senso comune della pena e quanto meno non si metta mai in discussione la necessità di tutelare sempre la dignità di tutte le persone private della libertà – ha concluso -. Le parole forti di Papa Francesco per una pena mite e mai disumana, nonché il suo discorso contro i mercanti della paura, speriamo restino un monito per tutti. Non è stato ascoltato in vita. Speriamo lo sia dopo la sua morte”.
Tasso di affollamento reale è del 133%
Per quanto riguarda i dati, al 30 aprile 2025 sono 62.445 le persone detenute nelle carceri italiane. A fronte di queste presenze la capienza regolamentare è di 51.280 posti, un dato addirittura in lieve calo rispetto alla fine del 2024, e dunque il tasso di affollamento ufficiale sarebbe del 121,8%. Però i posti non disponibili per inagibilità o ristrutturazioni sono almeno 4.500, e dunque il tasso medio effettivo di affollamento è almeno del 133%, spiega il rapporto di Antigone.
611 detenuti in istituti minorili, 27 sono ragazze
Sono 611 (di cui 27 ragazze) al 30 aprile 2025 i giovani detenuti nelle carceri minorili italiane. Alla fine del 2022 le presenze erano 381 e alla fine del 2024 raggiungevano le 587 unità, con una crescita del 54% in due anni, si legge ancora nel rapporto. Crescita che sarebbe ancora maggiore se non fosse per la facilitazione introdotta dal Decreto Caivano a trasferire in chiave punitiva gli ultra-diciottenni del circuito minorile a carceri per adulti, con la conseguenza di interrompere bruscamente il percorso educativo del ragazzo e di affaticarne enormemente il recupero. Tali trasferimenti sono stati 189 nel corso del 2024, l’80% in più rispetto ai 105 del 2022. Molte le proteste che hanno avuto luogo nelle carceri minorili nel corso dell’ultimo anno, a causa delle degradate condizioni di vita interna.
Undici bambini vivono in carcere con le madri detenute
Al 30 aprile sono 11 i bambini che vivono in carcere con le loro 11 madri detenute – di cui 9 straniere – un numero che in passato è stato di molto superiore. Di essi, 3 sono ospitati nell’Icam di Milano, 3 in quello di Venezia e 1 in quello di Torino; 3 si trovano nel carcere di Rebibbia e 1 in quello di Perugia, spiega Antigone. L’Icam campano di Lauro, che tradizionalmente ospitava il numero maggiore di bambini, è al momento inattivo e, si legge nel report di Antigone, l’edificio potrebbe essere destinato a ospitare una Rems. E la situazione dei bambini in carcere insieme alle madri potrebbe peggiorare nei prossimi tempi, secondo Antigone: “Il cosiddetto decreto legge sicurezza emanato dal governo ad aprile ha cancellato l’obbligo del rinvio dell’esecuzione della pena per donne incinte o con prole inferiore a un anno di età, che da oggi potranno dunque entrare in carcere aumentando il numero di bambini dietro le sbarre“, si legge. “Si introduce inoltre per la prima volta la possibilità che il bambino venga sottratto alla madre: il decreto prevede che la donna sottoposta alla custodia cautelare in un Icam possa venire trasferita in chiave punitiva in un carcere ordinario senza suo figlio quando la sua condotta non è considerata adeguata. Sorprende che la rubrica dell’articolo parli di ‘condotte pericolose realizzate da detenuti in istituti a custodia attenuata per detenute madri’, declinando al maschile il sostantivo quando gli Icam ospitano solo donne”.
Antigone: “Dl Sicurezza tenta di annichilire detenuti, va decostruito”
Il presidente di Antigone ritiene che occorra una forte opposizione contro il Dl Sicurezza, che rischia di peggiorare sensibilmente le condizioni dei detenuti. “Antigone sarà impegnata a dar vita a una grande alleanza costituzionale, nel nome della quale va del tutto decostruito il decreto legge sicurezza con il suo intento di annichilire i detenuti, trasformandoli in numeri che devono solo obbedire, come nella peggiore tradizione politica italiana di regime“, spiega Gonnella.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata