Nell'interrogazione chiedono di sapere "se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti"
I senatori Pirro, Lopreiato, Bilotti, Marton, Licheri e Di Girolamo hanno scritto una interrogazione al Ministro della Giustizia in merito alla situazione del Carcere Ferrante Aporti di Torino, dove il 9 maggio si è tenuto un sit-in sindacale per denunciare presunti comportamenti discriminatori nei confronti di alcune agenti donne. Nell’interrogazione chiedono di sapere “Se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative intenda intraprendere per accertare e risolvere le criticità descritte, in particolare riguardo alle presunte assegnazioni a mansioni incompatibili con lo stato di gravidanza che lo stesso servizio di vigilanza sull’igiene e la sicurezza dell’amministrazione della giustizia avrebbe accertato” e quali iniziative di competenza intenda assumere al fine di verificare la presenza di “atteggiamenti discriminatori, ostili o misogini nei confronti del personale femminile” e, nel caso, “quali misure correttive intenda adottare”.
Il testo integrale dell’interrogazione al Ministero sul Carcere minorile di Torino
“In data 9 maggio 2025, si è svolta davanti all’istituto penale minorile “Ferrante Aporti” di Torino, da parte del personale di Polizia penitenziaria, una protesta (sit-in), per denunciare le condizioni di grave disagio nelle quali operano gli agenti impiegati presso la struttura carceraria”.
“Nel corso della manifestazione, indetta dall’Organizzazione sindacale autonoma Polizia penitenziaria, sono state denunciate diverse criticità gestionali e organizzative, tra le quali l’impiego di due agenti in stato di gravidanza in mansioni incompatibili con la loro condizione, nello specifico: la prima è stata assegnata al servizio di portineria, servizio operativo che prevede cinturone e arma; la seconda, oltre alla portineria, avrebbe partecipato anche a traduzioni di detenuti, entrambi i servizi in evidente contrasto con le normative a tutela della salute delle lavoratrici. I fatti possono essere accertati tramite i fogli di servizio e l’ascolto del personale coinvolto, e i vertici dell’istituto a quanto pare erano informati”.
“Inoltre l’OSAPP lamenta: 1) traduzioni di detenuti su strada per tratte fino a 1.400 chilometri, effettuate senza le necessarie soste intermedie, in violazione delle normative vigenti in materia di salute, sicurezza e incolumità del personale, e in spregio del modello organizzativo previsto per le traduzioni, che impone pianificazione, soste intermedie e turnazione del personale; 2) un presunto caso di discriminazione nei confronti di un’ispettrice, la cui valutazione effettuata mediante rapporto informativo sarebbe stata declassata dopo la fruizione del congedo di maternità, nonostante avesse ricoperto per 5 anni l’incarico di comandante; 3) la procedura, anche in presenza di documentazione clinica già sufficiente, del rinvio al medico competente di personale sottoposto a intervento chirurgico non per valutarne l’idoneità al rientro in servizio, ma per ottenere un nullaosta a recarsi nel Paese d’origine durante la convalescenza per motivi familiari; 4) erogazione di buoni pasto a personale non avente diritto in quanto non ha effettuato la prevista pausa di almeno 30 minuti né l’ha recuperata, con possibile danno erariale e in violazione delle disposizioni vigenti, nonostante la chiarezza della normativa e l’inerzia dei vertici dell’istituto che ne hanno sottoscritto l’attribuzione, senza le opportune verifiche”.
“Il sindacato sottolinea, altresì, che l’abbassamento del rapporto informativo e il mancato innalzamento di altri rapporti riguarderebbe anche numeroso personale maschile e femminile le cui valutazioni dipendono da fattori non di merito ma, da parte della dirigenza, puramente discrezionali; considerato che: l’istituto versa spesso in condizioni di sovraffollamento, ed è arrivato ad ospitare fino a 56 detenuti a fronte di una capienza massima di 46 posti; risulta inoltre che alcuni minori abbiano dormito spesso in condizioni non accettabili, sul pavimento o su brandine da spiaggia”.
“Tale situazione è sfociata in una rivolta il 1° agosto 2024 che ha portato ad un tentativo di evasione di massa, tentativo impedito da quattro valorosi agenti (3 agenti e un ispettore) che, a rischio della propria incolumità erano intervenuti e, per questo, invece di ricevere un encomio, erano stati colpiti da procedimento disciplinare che è tuttora in corso; si consideri che durante la rivolta erano in servizio solo 9 poliziotti, di cui 6 avevano appena 20 giorni di servizio; quanto rappresentato evidenzia, a parere degli interroganti, una gestione gravemente carente sul piano del rispetto dei diritti del personale e della legalità amministrativa, oltre a delineare un possibile clima di discriminazione sistemica nei confronti delle donne in servizio, che richiede una rigorosa verifica da parte dell’amministrazione centrale, si chiede di sapere: se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative intenda intraprendere per accertare e risolvere le criticità descritte, in particolare riguardo alle presunte assegnazioni a mansioni incompatibili con lo stato di gravidanza che lo stesso servizio di vigilanza sull’igiene e la sicurezza dell’amministrazione della giustizia avrebbe accertato; quali iniziative di competenza intenda assumere al fine di verificare la presenza di atteggiamenti discriminatori, ostili o misogini nei confronti del personale femminile e, nel caso, quali misure correttive intenda adottare”.
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