La madre di Alberto Stasi: "Sempio? Non voglio sentirlo nominare"
Oltre alla traccia repertata con il numero 33 e oggi attribuita dagli inquirenti ad Andrea Sempio, sulle pareti delle scale della villetta di Garlasco dove è stato trovato il cadavere di Chiara Poggi ci sono 6 impronte palmari sconosciute. Non appartengono a Sempio né ad Alberto Stasi, ai membri dell’intera famiglia Poggi, a Stefania Cappa o ai 3 amici di Marco Poggi (Mattia Capra, Roberto Freddi e Alessandro Biasibetti). È quanto emerge dalla consulenza dattiloscopica di 42 pagine che il tenente colonnello del Ris di Parma, Gianpaolo Iuliano, e il dottor Nicola Caprioli hanno consegnato alla Procura di Pavia nella nuova inchiesta sul delitto di Garlasco che vede Sempio indagato per omicidio. Sono i reperti 32, 35, 38, 42, 49 e 51, accanto alla traccia 33 “utile”: tre di queste si trovano sulla parete destra della scala con 12 gradini a cui si accede da una porta a soffietto e che conduce in cantina, due sulla parte sinistra e una sulla parte superiore. Sono state ritenute tutte “comparabili”, e cioè valide per “escludere con certezza” un soggetto noto, ma non per arrivare alla “piena identificazione” di un individuo. Queste sei impronte vicino al corpo della 26enne trucidata il 13 agosto 2007, dunque, non hanno identità e, stando ai consulenti della Procura che indaga sul delitto di Garlasco, non potranno mai averla.
Garlasco, nessun match sulle altre 6 impronte
I due specialisti sono stati incaricati dal procuratore aggiunto Stefano Civardi con la pm Valentina De Stefano il 17 marzo 2025 della “analisi tecnica di tutte le impronte” sulla scena del crimine a Garlasco e sugli oggetti, per la possibilità di compararle con quelle di Stasi e Sempio. Successivamente, il 22 aprile, con un’integrazione del quesito, è stata chiesta la comparazione con l’intera famiglia Poggi, Stefania Cappa e gli amici della comitiva del fratello della vittima. Il tenente colonnello del Reparto investigazioni scientifiche – sezione impronte e l’esperto in dattiloscopia hanno usato un “comparatore elettronico automatizzato” che si chiama Lapics Printques. All’interno del macchinario in dotazione al Ris sono stati inseriti tutti i cartellini foto-segnaletici, le impronte digitali per “esclusione”, i 27 frammenti repertati nella villetta di via Pascoli e ritenuti “comparabili” oltre alle 3 impronte giudicate “utili”. I risultati del comparatore sono poi stati verificati. Non hanno consentito di accertare alcun “match”.
La madre di Alberto Stasi: “Sempio? Non voglio sentirlo nominare”
Intanto, in un’intervista rilasciata a La Stampa, la madre di Alberto Stasi, Elisabetta Ligabò, ha espresso la sua convinzione sull’innocenza del figlio per il delitto di Garlasco, dichiarando: “Alberto è innocente, sono schifata”. Ha poi manifestato il desiderio di dialogare con la madre della vittima, affermando: “Capisco il dolore dei Poggi, ma dovranno ricredersi. Chiediamo giustizia per mio figlio e per loro“. In merito alle nuove indagini che coinvolgono Andrea Sempio, ha espresso disinteresse, affermando: “Sempio? Non voglio sentirlo nominare“.
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