Il legale: "E' la fine di un incubo che elimina i pregiudizi"
La Consulta dà ragione alle “coppie arcobaleno”, e con una decisione storica conferma come non si possa vietare alla madre intenzionale il riconoscimento del figlio nato attraverso la procreazione assistita. Una sentenza, quella Corte Costituzionale, giunta al termine di una battaglia legale portata avanti da due mamme di Lucca, Glenda e Isabella.
“È stata una lunga battaglia, ma ne è valsa la pena. Il nostro obiettivo era di tutelare i nostri bambini, ora lo saranno tutti“, ha detto a LaPresse Glenda. “Siamo entrambe avvocate, sapevamo che era possibile, ma non scontato. Eravamo a conoscenza di altri casi come il nostro, ora è tutto finito”, afferma. “L’intera vicenda ci ha colpite molto perché noi abbiamo già una bimba più grande e hanno impugnato l’atto di nascita del secondo, questo aveva creato una discrasia nel riconoscimento e nel trattamento dei minori”, aggiunge. “Isabella e io eravamo insieme quando abbiamo saputo della sentenza della Consulta. Ci siamo emozionate, è stato indescrivibile, ci siamo commosse per una cosa davvero straordinaria. Stasera festeggeremo in famiglia, nonni, zii. Poi penseremo al resto”, racconta.
L’avvocato delle ricorrenti: “Consulta cancella marchio bimbi arcobaleno”
“Una sentenza storica che cancella il marchio dai bimbi con due genitori dello stesso sesso e spazza via l’obbrobrio dello step child adoption per le coppie dello stesso sesso”: così ha commentato la pronuncia, intervistato da LaPresse, l’avvocato Vincenzo Miri, presidente della Rete Lenford, il legale delle due mamme di Lucca, Glenda e Isabella, che con il loro ricorso hanno avviato il processo che ha portato alla sentenza della Corte Costituzionale. Su loro impulso il tribunale toscano, nel luglio scorso, aveva sollevato la questione di legittimità costituzionale della norma della legge 40 davanti alla Consulta. “Non è una vittoria solo loro – afferma Miri – ma di tutte le famiglie italiane. È veramente la fine di un incubo che cerca di eliminare il pregiudizio nei confronti non solo dei bambini, ma anche dei loro genitori che finora hanno dovuto attraversare la trafila dell’adozione, con gli assistenti sociali in casa, e la vita passata alla lente d’ingrandimento per sentirsi dire se sono in grado o no di essere genitori”.
Legale famiglie arcobaleno: “Da Consulta colpo di spugna a circolare Viminale”
La sentenza “cancella la circolare del Viminale” inviata alle Prefetture italiane nel giugno 2023 “con la quale veniva ricordato di togliere dall’atto di nascita dei bimbi con due mamme il nome della madre intenzionale“, spiega a LaPresse l’avvocato Michele Giarratano, che rappresenta molte delle famiglie arcobaleno di Padova finite in tribunale in seguito a quella circolare. “C’è da festeggiare – dice – perché quei bimbi, quelle famiglie, oggi sono tutti salvi“. Il prossimo lunedì, le famiglie arcobaleno di Padova torneranno in aula, stavolta a Venezia perché si tratta dell’appello, per cercare di chiudere la questione della cancellazione dagli atti di nascita del nome della madre intenzionale.
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