Durante la mobilitazione sono emerse criticità "che sembrerebbero gravi e non più tollerabili", spiega l'Osapp
Il 9 maggio si è tenuto il Sit-in sindacale promosso dall’Osapp per testimoniare il “profondo disagio che attraverserebbe la Polizia Penitenziaria del Carcere Minorile Ferrante Aporti di Torino“. Durante la mobilitazione sono emerse criticità “che sembrerebbero gravi e non più tollerabili”, spiega l’Osapp.
“Agenti in gravidanza sarebbero state assegnate a servizi operativi armati, esponendole a situazioni di potenziale rischio per la propria salute e quella del nascituro. Traduzioni su strada sarebbero state disposte con percorrenze superiori ai 1400 km, senza le previste soste intermedie, in contrasto con le norme che tutelano la sicurezza del personale. In sei mesi, un agente avrebbe prestato servizio per ben 30 giorni festivi consecutivi, usufruendo di un solo riposo domenicale. In un altro caso, un agente avrebbe atteso oltre 30 giorni per fruire del riposo settimanale. Si tratterebbe di violazioni estremamente gravi delle disposizioni contrattuali e pattizie. Il direttore non riscontrerebbe le comunicazioni sindacali e persisterebbe un’assenza totale di organizzazione del lavoro, con ricadute dirette sul personale e sul servizio”. Sono queste le denunce arrivate dall’Osapp.
“Non vogliamo nemmeno astrattamente ipotizzare che possa esserci una discriminazione nei confronti del personale femminile. Tuttavia, i fatti sembrerebbero richiedere attenzione e verifiche urgenti”. Per questo l’Osapp l’intervento immediato del Capo del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, dott. Antonio Sangermano.
Nel frattempo, un agente penitenziario si è dimesso ad Aosta parlando di “carico di lavoro” eccessivo e di stress collegato al lavoro stesso, “mancanza di chiarezza nei ruoli”, “turni gravosi” e “ambiente di lavoro tossico“.
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