Le indicazioni inviate alle prefetture: si allenta la stretta sul conducente

Parziale marcia indietro del governo sulle nuove norme approvate lo scorso novembre sul Codice della Strada. A essere rivista è la rigidità relativa alla positività alla droga di chi si trova alla guida, voluta dal ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, e legata al principio attivo rinvenuto nel corpo, a prescindere dall’assunzione avvenuta un’ora o una settimana prima.

Cosa dice la nuova circolare del codice della Strada sulle sostanze stupefacenti

La nuova circolare inviata alle prefetture dai Ministeri dell’Interno e della Salute, di fatto, allenta le nuove norme. Ora, per accusare qualcuno per guida dopo l’assunzione di sostanze stupefacenti, bisognerà accertare che la sostanza “produca ancora i suoi effetti nell’organismo durante la guida”. Occorre inoltre provare che la sostanza sia stata assunta in un periodo di tempo “prossimo” alla guida del veicolo.

“L’accertamento del reato presuppone, quindi, l’esecuzione di analisi strumentali di tipo tossicologico su campioni di liquidi biologici che siano capaci di circoscrivere l’assunzione in un periodo temporale definito”, si legge nella circolare che poi aggiunge: “In altri termini, occorre provare che la sostanza stupefacente o psicotropa sia stata assunta in un periodo di tempo prossimo alla guida del veicolo, tale da far presumere che la sostanza produca ancora i suoi effetti nell’organismo durante la guida”.

Come effettuano l’accertamento gli organi di controllo

Nella circolare, attuativa, inoltre, vengono spiegate le modalità con cui va effettuato l’accertamento dagli organi di controllo, cioè le forze dell’ordine con compiti di polizia stradale. Per accertare la positività è necessario effettuare prima due test salivari come precursori e in caso di positività del reagente, procedere poi con le analisi cliniche a cui deve essere presente un medico. In un altro passaggio della circolare ministeriale dell’11 aprile, viene spiegato che i campioni di sangue vanno poi analizzati “in laboratori specializzati in analisi tossicologia forense, pubblici o universitari, specializzati e in possesso delle necessarie tecnologie ed esperienze e che garantiscano affidabilità ed uniformità nell’effettuazione delle analisi secondo metodiche di qualità condivise, sulla base di quanto sancito dalle citate linee guida per la ‘Determinazione di sostanze stupefacenti e psicotrope su campioni biologici con finalità tossicologico-forensi e medico-legali’. Per garantire la correttezza, la validità e l’utilizzo dei dati prodotti per fini tossicologico-forensi e medicolegali, i suddetti laboratori sono tenuti a partecipare su base periodica a programmi di valutazione esterna di qualità organizzati da enti o istituti di livello regionale, nazionale o internazionale scientificamente accreditati”.

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