Il padre della vittima: "Sorpresi dalla decisione"

“Volevo solo dire che sono innocente”: sono le uniche parole pronunciate da Moussa Sangare, a processo per l’omicidio di Sharon Verzeni, uccisa il 30 luglio 2024, a Terno d’Isola, in provincia di Bergamo, in aula davanti alla Corte d’Assise di Bergamo. Parole che hanno scatenato reazioni di sconcerto da parte dei familiari di Verzeni e del suo fidanzato, Sergio Ruocco, presenti in aula. 

L’uomo, che agli inquirenti ha confessato il delitto e che rischia l’ergastolo, deve rispondere di omicidio pluriaggravato: oltre ai futili motivi e alla premeditazione, c’è anche la minorata difesa tra le aggravanti contestate dal pm Emanuele Marchisio, che per lui ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato.

Sì alla perizia psichiatrica

I giudici della Corte d’Assise di Bergamo hanno accolto la richiesta di perizia psichiatrica per Sangare, avanzata dal suo legale Giacomo Maj. La perizia sarà volta a stabilire sia la capacità di intendere e volere al momento dell’omicidio sia la capacità di stare in giudizio dell’uomo. La prossima udienza è fissata per l’11 marzo per la nomina del perito. Le richieste, aveva spiegato in aula l’avvocato Maj, “derivano direttamente dalla documentazione da cui si evince che ci sono problemi di natura psichiatrica” emersi in seguito alle visite a cui Sangare è stato sottoposto al momento del suo arrivo nel carcere di Bergamo, successivamente in occasione del trasferimento a San Vittore, a Milano, sia infine dalla relazione degli assistenti sociali del Comune di Susio dove il 31enne viveva. Sangare, “dal suo rientro da un viaggio negli Usa” è “del tutto cambiato”, e ha messo in atto “atteggiamenti non consoni e distaccati da realtà”.

Il pm di Bergamo, Emanuele Marchisio, aveva chiesto alla Corte d’Assise  che venga respinta la richiesta. L’imputato, nel corso delle visite a cui è stato sottoposto, “è sempre stato descritto come vigile e orientato”, ha affermato. Anche due giorni fa in occasione la visita dell’udienza per il nulla osta a presenziare in aula. Tutte situazioni in cui – sottolinea Marchisio – non è stato rilevato “nulla di anomalo”. La Corte d’Assise di Bergamo si è ritirata per decidere in merito alla richiesta della difesa dell’imputato. 

Il papà di Sharon: “Sorpresi da decisione giudici”

“Siamo stati un po’ sorpresi dalla decisione della Corte, soprattutto sull’ammissione della incapacità processuale e del fatto che quindi ci vorrà la perizia per questo”, ha commentato Bruno Verzeni, il padre della vittima. “Confidiamo lo stesso nella Corte e speriamo di riuscire a ottenere almeno giustizia”, ha aggiunto.

 

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