Si tratta di una cittadina tedesca la cui identità è protetta
Una cittadina tedesca, è stata ascoltata come testimone in audizione protetta e soprannominata per ragioni di sicurezza teste ‘beta’. La testimone era questa mattina in aula Occorsio, davanti ai giudici della prima corte d’Assise di Roma, nell’ambito del processo per la morte di Giulio Regeni, il ricercatore friulano, trovato morto in Egitto a gennaio del 2026, dopo essere stato torturato e sequestrato.
La donna, insegnante di tedesco in una scuola privata de Il Cairo divideva, quando avvenne l’omicidio, l’appartamento con Giulio e Mohamed El Sayed e ha spiegato che un appartenente ai servizi segreti egiziani, pochi giorni prima di Natale del 2015, chiese al suo coinquilino copia del passaporto di Regeni.
“El Sayed era convinto che questo controllo – ha riferito la donna in aula al pubblico ministero Sergio Colaicco – era stato fatto dalla National Security, il servizio segreto egiziano. Io non ero presente ma lui aveva questa idea e si spaventò”. Infine, la testimone ha aggiunto che Mohamed El Sayed con il presunto 007 “si scambiarono i numeri di telefono e non raccontò della visita a Giulio. Gli disse solo che gli stranieri devono dare documenti e presentarsi alla stazione di polizia. Forse aveva un sospetto che lui aveva fatto qualcosa che non doveva fare”, ha concluso la donna.
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