Lo hanno stabilito i consulenti della procura di Termini Imerese: quando ha agito il 54enne era in preda a un delirio religioso

Giovanni Barreca, il muratore 54enne reo confesso della strage di Altavilla Milicia (Palermo) del febbraio scorso, era incapace di intendere e di volere quando – insieme alla figlia 17enne e alla coppia Sabrina Fina e Massimo Candente – ha torturato e ucciso la moglie Antonella Salamone e i figli Kevin ed Emanuel, rispettivamente di 16 e 5 anni. Lo hanno stabilito i consulenti nominati dalla procura di Termini Imerese nelle indagini sulla strage familiare. Secondo i periti l’uomo non era in grado di comprendere cosa stesse facendo al momento del delitto: ha agito in preda a un delirio religioso, per scacciare il demonio dai corpi delle vittime. L’uomo, difeso dall’avvocato Giancarlo Barracato, è ora detenuto nel carcere di Barcellona Pozzo di Gotto ma nelle prossime ore verrà trasferito in una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), una struttura sanitaria che ospita persone affette da patologia psichiatrica. In attesa di individuare la Rems, Barreca verrà ospitato in un centro idoneo. Il legale già a marzo aveva chiesto una perizia psichiatrica sul suo assistito. E a perizia potrebbe essere sottoposta anche la figlia 17enne, imputata davanti al gup del tribunale per i minorenni di Palermo, Nicola Aiello. Nella prossima udienza il giudice valuterà se sottoporre la ragazza, imputata per omicidio plurimo e soppressione di cadavere, all’esame dei clinici.

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