I legali dell'uomo hanno chiesto la revoca della custodia cautelare in carcere

L’ex direttore generale di Sogei, Paolino Iorio, finito in carcere insieme all’imprenditore Massimo Rossi nell’ambito della maxi inchiesta della procura della Repubblica di Roma sulla presunta corruzione per l’affidamento degli appalti informatici nella società pubblica ha risposto, durante l’interrogatorio di garanzia, alle domande del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma. L’ex dg Iorio, secondo quanto apprende l’agenzia LaPresse, ha spiegato le presunte anomalie che gli vengono contestate nell’ipotesi accusatoria ed ha ribadito che i 100 mila euro sequestrati nella sua abitazione provenivano da consulenze private che svolgeva in ‘nero’ per conto di alcune società da cui Sogei è estranea. I pm romani contestano a Iorio anche l’aver inquinato le prove cancellando le immagini delle telecamere di videosorveglianza della sua abitazione: l’uomo si è difeso spiegando che i filmati non venivano registrati e che nessuno sarebbe intervenuto per cancellarle. Gli avvocati difensori, Bruno Andò e Giorgio Perroni, hanno chiesto la revoca della custodia cautelare in carcere.

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