Schillaci: "Arresto in flagranza differita è legge, impegno mantenuto"
“Un provvedimento chiesto praticamente da tutti il mondo sanitario e presumo anche dai cittadini. Tende a proteggere l’esercizio della professione sanitaria da quelle forme di aggressioni particolarmente odiose, dal devastamento delle strutture sanitarie pubbliche e private”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio illustrando il decreto contro le aggressioni a personale medico e sanitario nella conferenza stampa dopo il Cdm.
“Interveniamo aumentando la pena per il delitto di danneggiamento aggravato, con aumento della pena fino a 5 anni, e con provvedimento di ordine procedurale con l’arresto obbligatorio nella flagranza di reato“, ha spiegato Nordio, aggiungendo che si tratta di “un provvedimento molto importante dal punto di vista sia sostanziale che procedurale, e siamo certi che avrà un forte effetto deterrente“
Schillaci: “Arresto in flagranza differita è legge, impegno mantenuto”
“Oggi abbiamo dato un’altra risposta concreta a tutela di medici, infermieri e di tutti gli operatori sanitari e sociosanitari. Con l’approvazione del decreto legge sulle aggressioni, è immediatamente applicabile l’arresto in flagranza di reato anche differita per chi aggredisce un operatore sanitario. Abbiamo mantenuto un impegno preso con chi ogni giorno si dedica con competenza e dedizione alla cura dei cittadini e non merita di essere oggetto di violenza”. È quanto dichiara il ministro della Salute, Orazio Schillaci.
“Il decreto inoltre – aggiunge – inasprisce la pena per chi danneggia beni all’interno o all’esterno di una struttura sanitaria. Non vogliamo più assistere a violenze nei confronti di donne e uomini del servizio sanitario ma neanche alla distruzione di pronto soccorso o reparti. Queste misure si aggiungono alle altre già approvate lo scorso anno, a scopo preventivo e di deterrenza: sono aumentate le pene per gli aggressori, è già prevista la procedibilità d’ufficio, indipendentemente dalla denuncia di chi viene aggredito e sono stati potenziati i presidi di polizia negli ospedali. Vogliamo che nelle strutture sanitarie e sociosanitarie si lavori in sicurezza – conclude il Ministro – ma sappiamo che accanto a questi doverosi e necessari interventi occorre uno sforzo ancora maggiore sul piano culturale. Per questo continueremo a promuovere, insieme alle categorie, campagne per sensibilizzare i cittadini e rinsaldare il rapporto di fiducia tra paziente e medico”.
Mantovano: “In manovra norma per rafforzare sistemi videosorveglianza”
“Nella valutazione delle immagini ai fini dell’arresto in flagranza differita si terrà conto non soltanto di quegli impianti di videosorveglianza già esistenti in alcune strutture sanitarie, ma anche riprese che possono essere effettuate privatamente, con telefonini o strumenti del genere, come già avviene solitamente per l’operatività di queste norme”. Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano in conferenza stampa a palazzo Chigi dopo il via libera del Cdm al dl recante ‘misure urgenti per contrastare i fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari, socio-sanitari, ausiliari e di assistenza e cura nell’esercizio delle loro funzioni nonché di danneggiamento dei beni destinati all’assistenza sanitaria’.
“L’intenzione del governo, e poi lo dico da subito perché così evitiamo equivoci, è di prevedere nella prossima legge di bilancio una norma che ovviamente avrà adeguata copertura finanziaria per l’installazione di sistemi di videosorveglianza nelle parti delle strutture sanitarie maggiormente interessate finora da queste aggressioni. Non si è inserita in questo decreto legge perché è necessario un confronto con le regioni che hanno la preminente parte di competenza in materia di sanità e anche col Garante della privacy, trattandosi comunque di strutture le cui immagini richiedono delle cautele nell’utilizzo anche da parte delle forze di polizia. Dal primo gennaio però saranno sicuramente disponibili i presupposti per poter estendere la videosorveglianza dove è necessario”, ha concluso Mantovano.
Medico aggredito: “Bene dl ma è cerotto su falla sistema”
“Bene il decreto contro le aggressioni al personale sanitario, ma è un cerotto su una falla del sistema“. A parlare con LaPresse è Marco Evangelista, medico internista, che lavorava al pronto soccorso dell’ospedale di Frattamaggiore, in provincia di Napoli. Stava visitando una paziente quando la donna aveva iniziato a mostrare insofferenza perché voleva essere sottoposta a una tac ritenuta non necessaria da Evangelista. La situazione è degenerata quando il compagno della donna ha aggredito prima verbalmente e poi fisicamente il medico con un pugno in pieno volto che gli ha causato una deviazione del setto nasale.
“Di sicuro il provvedimento va ad azzerare quelle aggressioni che il personale sanitario subisce e non denuncia – spiega – Il dl agisce sugli effetti delle aggressioni, ma ora occorre trovare una soluzione, pensando, per esempio, a una maggiore integrazione del sistema sanitario tra ospedali e territorio“. “C’è un sovraffollamento del sistema sanitario territoriale che non regge la pressione dei numerosi accessi – sottolinea – Gli ultimi dati di Agenas, per esempio, indicano che il 68% degli accessi al pronto soccorso sono dei codici bianchi che possono essere presi in carica dai medici di medicina generale“. Questo, però, “non vuol dire che non lavorino o che lavorino poco”, tiene a precisare, ma che “le persone sanno bene che in qualsiasi momento la porta di un pronto soccorso è sempre aperta”. Dopo l’aggressione – che Evangelista ha denunciato ai carabinieri – il 38enne ha lasciato il pronto soccorso e oggi lavora nell’Ospedale Mondaldi che non ha le emergenze. “Mi piaceva quell’idea di poter lavorare e avere dei riscontri nell’immediato – racconta – ma non tornerei indietro, oggi ho guadagnato una qualità di vita migliore rispetto al passato”.
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