Il presidente della Federciclismo a LaPresse: "L'ha fatta fuori dal vaso". L'Associazione Gabriele Borgognoni annuncia azioni legali
E’ bufera su Vittorio Feltri dopo l’ultima provocazione sui ciclisti (“A Milano quello che mi dà fastidio sono le piste ciclabili, i ciclisti mi piacciono solo quando vengono investiti”).
La replica della Federciclismo a Feltri
Il direttore editoriale de Il Giornale e consigliere regionale di Fratelli d’Italia in Lombardia fa infuriare il presidente della Federazione italiana ciclismo Cordiano Dagnoni, che a LaPresse afferma: “Stiamo lavorando come federazione, e con le istituzioni, per garantire sempre maggiore sicurezza, il nostro compito è quello. Sono opinioni di un giornalista, che considero di rispetto, le lascerei alle opinioni di ognuno. Diciamo che assolutamente l’ha fatta, come si dice, fuori dal vaso. Ha esagerato nelle esternazioni. Senza far troppo rumore, non merita altre considerazioni”.
“Siamo in contatto con personaggi politici per lavorare su quell’aspetto. Al di là degli inasprimenti delle pene – precisa Dagnoni – bisogna anche avere il coraggio di vedere cosa è stato prodotto finora. Noi non abbiamo infrastrutture che già di loro proteggano i ciclisti. Nei paesi più rispettosi ci sono carreggiate riservate ai ciclisti. Nelle esternazioni Feltri ha degenerato, ma ha parlato di corso Buenos Aires a Milano, quelle sono piste pericolose. Chi vuole andare si deve sentire più sicuro”. Poi, in una nota, Dagnoni ha aggiunto: “Nelle ultime ore è tornata all’attenzione dei media il tema della sicurezza. Al posto di sterili polemiche e dichiarazioni a volte fuori luogo preferisco porre l’accento sulle azioni concrete. La Federazione in questi anni ha più volte posto il problema sul tavolo delle Istituzioni del governo e parte parlamentare e continuerà a farlo, quanto meno fino a quando io sarò presidente. Sono confidente che a breve riusciremo nuovamente a riprendere la discussione in maniera costruttiva. Vorremmo che questo argomento fosse sottratto alla logica della contrapposizione politica”.
L’Associazione Borgogni: “Indignati, quereliamo”
Intanto l’associazione Gabriele Borgogni, intitolata a un 19enne morto nel 2004 in un incidente stradale e che da anni si batte per la sicurezza stradale e la cultura della legalità, si dice “indignata dalle parole di Vittorio Feltri” e annuncia querela, sottolineando che “non può tollerare che un giornalista, un politico, un uomo pubblico, si permetta di pronunciare parole che prima di tutto sono contro la vita, bene inviolabile e costituzionalmente riconosciuto”.
Valentina Borgogni, presidente dell’associazione, dichiara: “Faccio veramente fatica a comprendere parole simili da un altro essere umano, per altro padre di quattro figli. Se penso al dolore dei miei genitori e a quello di tanti altri genitori che ho incontrato in questi anni, ai quali è stato strappato un figlio così violentemente, non mi sembra vero quello che il giornalista Feltri ha riportato. L’investimento di una persona racchiude un dolore per il quale non ci sono parole, e Feltri non merita né il suo ruolo di giornalista né tantomeno di politico. Ci auguriamo che non gli capiti mai di ricevere quella chiamata o di vedere la polizia arrivare a casa sua per informarlo che suo figlio è morto. È un dolore che non si può augurare neanche a chi ha affermato simili idiozie”.
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