Il segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria: "Ogni volta che succede qualcosa poliziotti sono vittime sacrificali"
“La situazione delle carceri, soprattutto quelle dei minori, è una situazione drammatica. Dopo il decreto Caivano siamo al massimo storico di minori detenuti. Dopo i fatti avvenuti all’interno dell’Ipm Beccaria ad aprile dell’anno scorso, 13 colleghi sono stati arrestati e, a distanza di quasi 6 mesi, sono ancora agli arresti cautelari. Noi oggi chiediamo la scarcerazione dei nostri colleghi e, soprattutto, che l’amministrazione penitenziaria inizi a prendere in considerazione che il responsabile di tutto quello che succede nel carcere non è sempre la polizia penitenziaria”. Così Aldo Di Giacomo, segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria, Spp, parlando a margine di un presidio con i familiari dei 13 agenti di custodia arrestati con l’accusa di maltrattamenti e concorso nel reato di tortura nei confronti dei detenuti del carcere minorile milanese. “Il Governo ha disatteso le promesse, soprattutto per quanto riguarda il reato di tortura, che non va assolutamente tolto, è un reato utilissimo che ci è imposto dall’Europa, ma va certamente modificato sotto alcuni aspetti per evitare che da uno schiaffo ci si ritrovi a dover rispondere di tortura”, ha proseguito Di Giacomo: “La cosa che più ci ha deluso è come lo Stato ci abbia abbandonato. Ci ha abbandonato e ogni volta che succede qualcosa la responsabilità non è mai sua, non è mai dell’amministrazione penitenziaria, ma del poliziotto, vittima sacrificale di turno”. Parlando poi dell’ipotesi di nuove assunzioni all’interno della polizia penitenziaria, il segretario ha commentato: “Dei 2.600 nuovi assunti, oltre 300, già durante il corso, si sono dimessi, cosa che non è mai successa, questo la dice lunga su quanto il nostro lavoro, questo lavoro, sia molto complicato. La cosa che più spiace constatare è che lo Stato ci ha completamente abbandonato, ma soprattutto che abbia abbandonato il sistema carcerario a se stesso”, ha concluso.
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