Le giovani sono riuscite a chiamare il 112, fermati un 26enne e un 47enne
Due ragazze di 18 anni sono state ripetutamente violentate da due uomini. E’ successo a Roma, nella zona della Borghesiana, in un’abitazione all’ultimo piano di una palazzo in via Torregrotta. Le giovani (una originaria della provincia di Roma e l’altra dell’hinterland di Viterbo) sono state stuprate da un uomo che le aveva ospitate in casa e da un suo amico dopo averle fatte ubriacare. Le vittime, tra cui un delle due affetta da una grave patologia, sono poi riuscite e a chiamare il 112. Entrambe sono state medicate al pronto soccorso del policlinico Casilino dove i medici dopo aver attivato la procedura del cosiddetto protocollo ‘rosa’, hanno riscontato i segni delle violenze.
Dopo un’indagine lampo della polizia del VI distretto del Casilino, coordinata dal gruppo dei magistrati del pool antiviolenza della procura della Capitale, gli agenti hanno arrestato un 26enne, Andrei Stefan M. nato in Romania, e fermato un 47enne originario dell’Albania, Adriatik V. Quest’ultimo era pronto per fuggire all’estero ma i poliziotti lo hanno rintracciato in un container di un deposito di automezzi al Casilino.
Il legale del 26enne arrestato: “Attendiamo gli approfondimenti delle indagini”
“Quale difensore di fiducia di Andrei Mihaescu, con riferimento alle notizie diffuse in queste ore circa il coinvolgimento in una presunta vicenda di violenza sessuale ritengo doveroso precisare quanto in appresso al fine di perseguire le retta via dell’accertamento della verità, troppo vituperata dalle ricostruzioni mediatiche sin qui diffuse”. E’ quanto si legge in una nota inviata dall’avvocato Mario Murano, legale di Andrei Mihaescu, per cui ieri il gip ha disposto la custodia cautelare. “Anzitutto, il mio assistito ha risposto a tutte le domande poste dal giudice in ordine alla effettiva ricostruzione della vicenda, fornendo una versione diametralmente opposta a quelle delle due ragazze in merito alla mancanza di consenso agli atti sessuali di una delle due giovani (l’altra ragazza non è stata interessata da alcun approccio e ciò di per sé fornisce un preminente profilo di inattendibilità della versione propinata alla Polizia). Va messo in evidenza che è stato lo stesso giudice ad avere affermato nel provvedimento applicativo degli arresti domiciliari che la ragazza ‘va sicuramente ascoltata dettagliatamente, tanto più che nessuno ha esplicitato lo stato dei rapporti tra Alessio Rapi e l’indagato, ne ha spiegato perché non si siano recate a casa di Alessio, il quale ha riferito che la sua casa era a disposizione”, afferma ancora il legale.
“Allo stesso modo vi sono alcune discrepanze sui movimenti della giornata e nemmeno il dato capire cosa facessero le due giovani a Roma, di fatto senza dimora. Punto ha poi spiegato perché Viviana si sia sentita in dovere di registrare il racconto di Asia sul telefono prima di abbandonare l’appartamento. Comunque, mentre assume pure rilievo l’indagine sullo stato di capacità della ragazza che presenterebbe deficit cognitivo. Si tratta di circostanze che vanno sicuramente approfondite, tanto più che va esclusa la violenza di gruppo…’. La registrazione in bagno da parte di una delle giovani donne del racconto dell’altra, che riferiva quanto le sarebbe accaduto circa la sussistenza di atti sessuali perpetrati contro la sua volontà, rappresenta un comportamento avulso dalla naturale spontaneità e fa emergere il grave sospetto circa la configurabilità di una previa concertazione tra le ragazze al fine di precostituire una prova sulla loro futura credibilità in sede processuale in ordine alla volontà di coinvolgere i due uomini nella presunta violenza”.
“Tale sospetto è destinato ad assumere la dignità di indizio di segno contrario al contenuto dichiarativo delle due ragazze allorquando si consideri che la effettuazione della detta registrazione ha costituito l’obbiettivo perseguito in via primaria rispetto a quello di abbandonare l’abitazione ove, a loro dire, si sarebbe consumata la violenza a carico di una delle giovani. Sin d’ora si intravede uno scenario diverso da quello della violenza sessuale allorquando si pone mente al fatto che per nulla risulta spiegato il motivo per cui le due giovani stazionassero a Roma, anche di notte, senza avere una fissa dimora. Le stesse ragazze hanno riferito di avere passato la notte precedente nella città di Roma (secondo quanto dichiarato alla Polizia) o in quella di Zagarolo (secondo quanto dichiarato al Pronto Soccorso Casilino) a casa di amici senza fornire alla Polizia i relativi nominativi. Va adeguatamente verificato l’effettivo ruolo che ha avuto Alessio che ha fatto incontrare le due giovani donne con l’albanese. Alessio aveva comunque riferito alle due ragazze che avrebbero potuto ritornare a casa sua dove ad attenderle ci sarebbe stato suo padre. Perché le ragazze non ritornano a casa di Alessio o dagli amici con cui avevano passato la notte precedente? Fiduciosi attendiamo gli approfondimenti investigativi, sia quelli sollecitati dal giudice, sia quelli che provvederà a sollecitare la difesa”.
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