Lo scrive la ong in una nota, accompagnata da un video pubblicato sui suoi canali social
La ong Mediterranea Saving Humans accusa il ministro dell’Interno Piantedosi di avere mentito in Parlamento su un intervento della nave Mare Jonio in soccorso di alcuni migranti. “Rispondendo ieri pomeriggio in Senato all’interrogazione urgente presentata dal senatore Antonio Nicita, in merito all’attacco armato da parte della motovedetta libica 658 Fezzan, avvenuto lo scorso 4 aprile in acque internazionali, contro naufraghi in acqua e i soccorritori della nave italiana Mare Jonio, il ministro Matteo Piantedosi ha mentito al Parlamento. Il titolare dell’Interno ha infatti affermato che la nostra Mare Jonio sia intervenuta in un momento successivo, avvicinandosi alla motovedetta Fezzan quando questa aveva già assolto gli obblighi di salvataggio in mare”, si legge in una nota, accompagnata da un video pubblicato sui suoi canali social, della la Ong Mediterrana Saving Humans in merito alla vicenda della nave Mare Jonio a Pozzallo e al fermo della nave.
“È clamorosamente falso – prosegue – come dimostrano le nuove immagini video che diffondiamo oggi, la Mare Jonio individua l’imbarcazione in pericolo con oltre 45 naufraghi a bordo alle ore 16:40 del 4 aprile e il nostro Team Rescue inizia le operazioni di soccorso quando sulla scena non c’è nessun’altra imbarcazione presente. Anzi, proprio durante il nostro intervento, si può ascoltare la motovedetta libica che, distante ancora alcune miglia, chiede via radio vhf alla Mare Jonio informazioni sulla barca in pericolo. La cosiddetta guardia costiera libica arriverà infatti, a grande velocità, soltanto venti minuti dopo l’inizio del soccorso, alle ore 17:00, quando il nostro Team ha già distribuito i giubbotti di salvataggio ai naufraghi e si sta apprestando a trasferire le prime persone sulla Mare Jonio”. “Il ministro Piantedosi – sottolinea Mediterranea – ha quindi mentito al Parlamento. E lo ha fatto sapendo di mentire. Infatti, al momento dello sbarco delle 56 persone soccorse, nel porto di Pozzallo lo scorso 5 aprile, i nostri Comandante e Capomissione non solo hanno reso spontanee dichiarazioni all’Autorità marittima ricostruendo puntualmente i fatti avvenuti, ma hanno anche consegnato documentazione fotografica e video sia alla Guardia Costiera italiana sia alle forze di Polizia direttamente dipendenti dal Viminale presenti al molo”.
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