Il 26 gennaio 2023 la donna ha mangiato quattro cucchiaini del dolce, che però conteneva mascarpone

La Procura di Milano ha chiesto di processare G.L. e G.A., il 36enne e la 61enne rispettivamente titolare e socia dell’azienda alimentare GLG srl, imputati per l’omicidio colposo in concorso della 20enne Anna Bellisario, la giovane allergica alle proteine del latte che il 26 gennaio 2023 si è sentita male dopo 4 cucchiai di un tiramisù vegano – in realtà contenente mascarpone – consumato durante la cena in un’hamburgheria vegana di Milano assieme al fidanzato. La ragazza è morta 9 giorni dopo all’ospedale San Raffaele di Milano dove è stata ricoverata la sera stessa in gravi condizioni e in shock anafilattico. Giovedì il pubblico ministero Luca Gaglio e la procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano hanno firmato la richiesta di rinvio a giudizio dei due imprenditori che dovrà essere vagliata da un gup. Nel corso delle indagini è stata invece chiesta l’archiviazione dei titolari di altre aziende produttrici di cibo contenente le proteine dell’uovo – a cui la vittima era allergica ma in forma blanda e che non hanno avuto alcun ruolo nell’insorgere dello shock anafilattico – che erano stati iscritti sul registro degli indagati e per il titolare dell’hamburgheria, risultato del tutto estraneo alle ipotesi di reato. Chiesta l’archiviazione dagli illeciti amministrativi anche per la società proprietaria del ristorante, inizialmente indagata per frode in commercio e per la stessa GLG produttrice del tiramisù, perché la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti è applicabile ai casi di omicidio colposo solo quando i reati riguardano violazione delle norme sulla tutela della salute e la sicurezza sul lavoro.

A gennaio i carabinieri Nas di Milano hanno eseguito nei confronti dei due imputati un’ordinanza di divieto di esercitare attività d’impresa per un anno nel settore della produzione alimentare, come disposto dal gip Fiammetta Modica. Secondo l’inchiesta il “dessert parzialmente consumato dalla vittima” avrebbe contenuto “un’elevata quantità di proteine allergeniche del latte vaccino, in particolare caseine” a causa” dell’errato utilizzo di mascarpone nella produzione della “crema destinata al tiramisù vegano”. Per le consulenze disposte dalla Procura non si sarebbe trattato di una contaminazione da agenti esterni perché il mascarpone sarebbe stato utilizzato come “ingrediente” del dolce. Le indagini di militari dell’Arma e Ats hanno riscontrato nel laboratorio di produzione “criticità” rispetto alle “procedure produttive”, alla “formazione del personale” e alla “predisposizione di adeguate misure di controllo volte alla prevenzione, eliminazione e/o riduzione di pericoli”. Nel deposito di materie prime destinate alla produzione di cibi vegani non vi sarebbe stata “cartellonistica” che indica la “diversa destinazione del prodotto” né una “separazione degli ambienti dedicati alle due diverse linee produttive”. Alcuni dei dipendenti, interrogati dagli inquirenti, hanno dichiarato di “non conoscere il concetto di produzione vegana, implicante il mancato utilizzo di latte e uova”. 

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