Il secondo esame autoptico, dopo la riesumazione del cadavere avvenuta pochi giorni fa, è stato disposto dalla Procura di Trieste
Si è tenuta oggi all’Istituto di Medicina Legale di Milano l’autopsia sul cadavere di Liliana Resinovich, la donna di 63 anni scomparsa dalla sua abitazione di Trieste il 14 dicembre 2021 e trovata morta il 5 gennaio successivo con la testa infilata in due sacchetti di plastica e il corpo all’interno di due sacchi neri. Il secondo esame autoptico, dopo la riesumazione del cadavere avvenuta pochi giorni fa, è stato disposto dalla Procura di Trieste e affidato al collegio di esperti guidato dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo.
Tra i questi peritali formulati dalla sostituta procuratrice di Trieste Maddalena Chergia, il medico legale – già consulente delle procure per vicende come Yara Gambirasio, Elisa Claps, Stefano Cucchi – dovrà stabilire se sia possibile risalire ad azioni violente compiute nei confronti di Resinovich o sostanze nei resti del corpo attraverso esami tossicologici e individuare qualunque elemento utile a datare con precisione il momento e il giorno del decesso, uno dei punti interrogativi dell’intera vicenda. All’esame possono partecipare anche i consulenti dei parenti di Liliana Resinovich fra cui l’ex Generale del Ris dei carabinieri, Luciano Garofano, per il marito della donna Sebastiano Visentin.
Dal cadavere sono stati effettuati prelievi ossei e di tessuti oggi durante il nuovo esame disposto dalla Procura di Trieste e affidato al team della dottoressa Cristina Cattaneo dell’Istituto di medicina legale dell’Università degli Studi di Milano, che è durato diverse ore. I consulenti dei pubblici ministeri e dei parenti della donna definiscono il corpo “in avanzato stato di trasformazione” ma non escludono che una “una seconda autopsia” possa aprire “scenari diversi rispetto a quelli già svelati”. Il pool dell’anatomopatologa Cattaneo deve ancora fissare quali e quando saranno gli esami da effettuare in futuro. Di certo verranno messi a confronto i referti della prima autopsia – che non aveva riscontrato lesioni traumatiche sul corpo e indicato nel soffocamento e “morte asfittica” la causa del decesso da datare circa 48-60 ore prima del ritrovamento del cadavere – con gli esiti dei nuovi e approfonditi test. La speranza dei periti è che si possano chiarire definitivamente le cause della morte e la datazione del decesso.
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