Da Berlino a Parigi, passando per Bruxelles e fino ad arrivare in Italia. Migliaia di agricoltori, a bordo dei loro trattori, stanno invadendo le strade delle principali città europee, compresa Milano. In centinaia hanno sfilato per le vie della città, scortati dalla polizia. La protesta riguarda diversi temi tra cui l’aumento dei costi nel settore agricolo.
“Protestiamo per gli aumenti, i nostri costi di produzione sono superiori rispetto ai ricavi. Vogliamo cercare di far capire che siamo qualcosa di importante, molti a mio pare sottovalutano”, racconta a LaPresse Alessandro, 24 anni, titolare di un’azienda agricola a Noviglio, alla guida di uno dei trattori che oggi sono entrati nel capoluogo lombardo. “Questo lavoro ha una prospettiva? Così come siamo messi adesso no, ce l’abbiamo noi nel cuore. Cercano di metterci i bastoni fra le ruote”, ha aggiunto.
Gli agricoltori italiani da tempo lamentano gli alti costi del gasolio e contestano gli obiettivi del Green Deal dell’Unione europea – l’insieme di iniziative politiche per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 -, considerato troppo stringente. Chiedono una revisione del nuovo piano per affrontare le sfide ambientali, in modo tale da venire incontro al settore della produzione agricola. Al tempo stesso chiedono di rivedere le norme della Pac (Politica agricola comune). I coltivatori contestano l’obbligo di tenere a riposo il 4% dei loro terreni come condizione per poter accedere ai contributi comunitari. Nel 2023 c’è stata una deroga al vincolo e ora la Commissione Ue ne propone un’altra anche per il 2024. Ma agli agricoltori, almeno per ora, non basta.