Proseguono le indagini per la morte del giovane. Il padre: "Mi domando perché alle 3 Alexandru fosse qui"

Proseguono le indagini per far luce sulla morte, a Roma, del 14enne Alexandru Ivan, ucciso a colpi di arma da fuoco. “Sin da ieri mattina, in maniera ininterrotta, stiamo sentendo diverse persone”. Lo ha detto durante un punto stampa il tenente colonnello Alberto Raucci, comandante del carabinieri di Frascati, durante un punto stampa nel parcheggio della metro Pantano di Roma, dove ieri è stato ucciso il giovane. “Anche in queste ore, stiamo continuando a sentire diverse persone e raccogliendo elementi da rimettere quanto prima all’autorità giudiziaria competente”, ha aggiunto Raucci.

Il padre: “Mi domando perché alle 3 Alexandru fosse qui “

“Mi domando perché alle 3 di notte Alexandru fosse qui. L’avevo sentito per l’ultima volta due giorni fa e mi aveva detto che era stanco, a dicembre era stato con me in Romania”. Lo ha detto Edvard Ivan, il padre del 14enne ucciso sabato notte a colpi di pistola nel parcheggio del capolinea della metro C, nel parcheggio della sparatoria. “Chi ha sbagliato deve pagare. Non so cosa possa essere successo. Mio figlio era un bravo ragazzo, è stato portato qui dal suo patrigno. Adesso cosa dovrò fare con la mia ex moglie? La notizia l’ho saputa da mia madre che l’aveva vista sui siti. Io mi trovavo a Firenze dove mi sono trasferito per lavoro”.

 

 

Il nonno di Alexandru:” Volevano colpire il patrigno”

“Quelli che hanno sparato ad Alexandru non ce l’avevano con lui. Volevano colpire il patrigno”. Lo ha detto Petru Katlan, il nonno materno del ragazzo. “Alexandru non ha mai avuto rapporti con quelli che hanno sparato, era uno studente che giocava a calcio e che aveva compiuto 14 anni due settimane fa”, ha aggiunto il nonno.

Le indagini

“In questo preciso momento è in corso l’esatta ricostruzione di quanto accaduto. Ai familiari della vittima sono note alcune delle persone con le quali si è avuto il litigio all’interno del bar, altra cosa è dire che sono note le persone che hanno sparato”, ha sottolineato il comandante. I punti certi di quanto avvenuto, al momento, sono che “c’è stato un litigio all’interno di un bar qui vicino tra un familiare della vittima e un altro gruppo di persone originarie dell’Est Europa. C’è stata successivamente l’attesa qui, alla metro Pantano da parte della vittima e di alcuni familiari, ed è sopraggiunta un’autovettura dalla quale sono stati poi esplosi diversi colpi di pistola, di cui uno ha attinto il minore”. L’auto è arrivata dalla via Casilina, che fiancheggia il parcheggio. I colpi sono stati diversi ma il numero preciso è ancora oggetto di indagini.

Al vaglio la versione del patrigno

“Non mi sento di parlare di ipotesi di scambio di persona, anche se l’esatta dinamica è oggetto di attività dalle indagine”. Lo ha spiegato il comandante dei Carabinieri di Frascati, Alberto Raucci, durante un punto stampa nel parcheggio della metro Pantano di Roma dove ieri è stato ucciso a colpi di pistola il 14enne Alexandru Ivan. “Stiamo sentendo diverse persone che hanno partecipato alla lite all’interno del bar. Non sto parlando di persone sospettate ma di persone che stiamo sentendo per ricostruire l’esatta dinamica di fatti”, ha spiegato Raucci confermando che tra i testimoni ci sono anche italiani. “E’ stato riferito qualcosa in merito ai motivi del litigio, come sempre ciò che viene riferito è oggetto di approfondimento e riscontro da parte nostra”, ha aggiunto il comandante, secondo cui è ancora “prematuro parlare di rancori tra gruppi per malaffari”. Al vaglio ci sono i racconti dei familiari erano insieme al giovane, che ieri erano “emotivamente scossi. Stiamo riscontrando il racconto del patrigno, che era presente all’interno del bar”, ha aggiunto Raucci. Quanto al fatto che al momento ci siano tre persone ricercate, “questa informazione è sbagliata: stiamo ricostruendo l’esatta dinamica di quanto accaduto e cercando di attribuire precise responsabilità ai singoli”, ha concluso il comandante.

In un messaggio whatsapp l’appuntamento al parcheggio

Il perno centrale, attorno al quale ruota l’esecuzione di sabato notte, secondo chi indaga, sarebbe la figura del compagno della madre della vittima. Infatti tutto sarebbe cominciato con un appuntamento chiarificatore che, il patrigno di Alexandru Ivan, si era dato al parcheggio dove è avvenuto l’omicidio, con le tre persone con cui aveva litigato poche ore prima al bar ‘Esse’ su via Casilina 2123. Il cellulare dell’uomo è stato sequestrato per gli accertamenti. Il destinatario di quel messaggio, secondo quanto apprende LaPresse, sarebbe uno dei componenti del commando armato che ha ucciso Alexandru con un colpo di pistola che lo ha colpito al centro del petto. Da quanto è emerso sino ad ora il gruppo di fuoco sarebbe composto da cittadini di etnia rom, attivi in affari criminali nella zona dove è avvenuto il delitto. La procura di Velletri ha disposto nella giornata di ieri l’audizione, come persone informate sui fatti, di una ventina di testimoni, alcuni dei quali presenti nel parcheggio del capolinea della metro C, dove si è consumato l’omicidio.

Carabinieri: “Un’unica telecamera ha ripreso scena ma era lontana”

“Le telecamere della zona sono lontane dal luogo in cui è avvenuto il fatto e non consentono assolutamente di individuare gli autori dell’omicidio” ha aggiuntoi Raucci. “Un’unica telecamera riprende la scena ma da un’altezza notevole, motivo per cui non è definibile il modello dell’autovettura” dal quale sono stati esplosi i colpi che hanno raggiunto il ragazzino, ha specificato Raucci.

 

 

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