(LaPresse) “Sono morto con Malagrotta, non esisto più”. È stato questo l’unico commento che è riuscito a rilasciare alla stampa l’avvocato Manlio Cerroni, ex proprietario dell’impianto di stoccaggio di Malagrotta, audito dalla commissione parlamentare d’inchiesta contro le ecomafie in merito all’incendio del 24 dicembre scorso. Cerroni non ha però risposto alle domande della commissione, per via di una temporanea afonia. Sono stati invece gli avvocati a dichiarare: “Pare che il 24 dicembre stessero tutti a fare il cenone, se l’incendio l’ha denunciato un cittadino. Mi pare indicativo”. Questo il commento di Romano Vaccarella. La posizione assunta da Cerroni, che per motivi di afonia non ha potuto rispondere alle domande della commissione, è dunque quella dell’incuria dell’attuale gestione decisa dal tribunale. Un altro suo avvocato, Alessandro Diddi, ha invece sottolineato: “Sul pianeta è l’uomo ne sa più di tutti di rifiuti, perché ha 97 anni e ha cominciato a mettere le mani nei rifiuti dall’età di 20”, aggiungendo che “hanno cercato in tutti i modi di criminalizzarlo”.
