La Guardia di Finanza di Lucca ha segnalato e proposto all’Agenzia delle Entrate la sospensione delle deleghe di pagamento (modelli F24 per il pagamento di tributi e contributi), contenenti compensazioni con crediti d’imposta inesistenti per oltre mezzo milione di euro. In particolare, l’attività trae origine da una verifica fiscale avviata dagli specialisti del locale Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria nei confronti di una società a responsabilità limitata, con sede nella provincia di Lucca, operante nel settore delle costruzioni e delle ristrutturazioni edilizie. I successivi accertamenti eseguiti hanno confermato i sospetti di frode e, nello specifico, il coinvolgimento di tre soggetti in un contesto strutturato di illeciti, che ha visto come protagonista una società lucchese (che nel frattempo aveva trasferito solo “cartolarmente” la propria sede a Bologna), indiziata del reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti. Cosicché, informata al riguardo la Procura della Repubblica di Lucca, il pubblico ministero titolare del fascicolo processuale ha delegato, immediatamente, le Fiamme Gialle ad effettuare ulteriori approfondimenti, che hanno consentito di acclarare che la predetta società, nel mese di dicembre 2021, emetteva n. 23 fatture elettroniche (tutte datate 30/12) nei confronti di cessionari/committenti non titolari di partita I.V.A., a seguito delle quali, in ragione dell’opzione della cessione del credito prevista dal legislatore, maturava un credito per complessivi 552.844 euro. Inoltre, nel corso della verifica sono state accertate numerose altre inadempienze in capo alla SRL, tra cui l’omessa presentazione delle dichiarazioni iva per gli anni 2019 e 2021, con un’evasione di imposta di oltre euro 1.800.000 e l’occultamento/distruzione delle scritture contabili. Al termine delle complessive attività d’indagine, ai tre legali rappresentanti che si sono succeduti negli anni nella gestione della stessa società (che nel frattempo è stata posta in liquidazione giudiziale a seguito di istanza presentata da uno dei tanti creditori), sono state contestate, complessivamente, le ipotesi di reato di truffa aggravata ai danni dello Stato per il conseguimento di erogazioni pubbliche, bancarotta e omessa presentazione della dichiarazione annuale e distruzione/occultamento delle scritture contabili.