Il genitore: "Non siamo talebani. Non ho mai insegnato a mio figlio a maltrattare le donne"
“Proviamo un immenso dolore per la povera Giulia. Siamo vicini alla sua famiglia, siamo devastati per quello che è accaduto. Ci fa male vederci additare come genitori inadeguati, come famiglia simbolo del patriarcato. Non lo siamo mai stati, non è quello che abbiamo insegnato a nostro figlio”. Così Nicola Turetta, padre di Filippo Turetta – accusato di aver ucciso l’ex ragazza Giulia Cecchettin – nel corso di un’intervista al Corriere della Sera. “Non siamo talebani. Non ho mai insegnato a mio figlio a maltrattare le donne. Ho il massimo rispetto per mia moglie e in casa abbiamo condannato apertamente ogni tipo di violenza di genere”, afferma Nicola Turetta.
Sull’eventuale premeditazione dell’omicidio il padre di Filippo afferma: “Mi sembra impossibile. Mi dicono poi dello scotch, del coltello, non so cosa pensare. Forse voleva sequestrarla per non farle dare la tesi e poi la situazione è degenerata. Non so darmi una risposta”. Sulle cause del delitto, il padre di Filippo dice: “Secondo noi gli è scoppiata qualche vena in testa. Non c’è davvero una spiegazione. Parlando di possesso, maschilismo, incapacità di accettare che lei fosse più brava di lui. Non è assolutamente niente di tutto questo. Io sono convinto che qualcosa nel suo cervello non abbia più funzionato”
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