Il figlio del comico genovese accusato assieme a tre amici di violenza sessuale di gruppo a Tempio Pausania

In aula in tribunale a Tempio Pausania entrambe le presunte vittime della violenza sessuale di gruppo di cui è accusato Ciro Grillo, figlio di Beppe Grillo, assieme ai suoi tre amici genovesi, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. Si tratta di una delle udienze più attese del processo, la dodicesima dall’inizio del dibattimento a porte chiuse, dove sul banco dei testimoni era attesa Roberta, una delle due studentesse milanesi, che ha denunciato lo stupro. 

Intanto i difensori di Francesco Corsiglia, Antonella Cuccureddu e Gennaro Velle, cui si sono associati quelli di Edoardo Capitta, due degli imputati, hanno chiesto al collegio il rinvio dell’udienza di oggi. Il collegio difensivo dei due imputati infatti chiede la riapplicazione al collegio di Nicola Bonante, il giudice trasferito a luglio al tribunale di Bari, ma che una decisione del Csm aveva applicato a tutti i processi in corso nei quale era giudice nel tribunale di Tempio Pausania, ma non per il processo Grillo.

La difesa ha chiesto quindi la revoca dell’ordinanza che faceva proseguire il processo nonostante la non applicazione di Nicola Bonanno, reiterando la richiesta al Csm.  Il rischio è che il processo quindi si fermi fino alla comunicazione della decisione del Csm sulla questione procedurale.

Anche Silvia, l’altra studentessa, italo norvegese, che aveva denunciato la violenza, si trova nel tribunale di Tempio Pausania insieme alla sua legale, l’avvocata Giulia Bongiorno. La presunta vittima non è presente in aula, dal momento che Bongiorno ha scelto di aderire alla richiesta del collegio di non far assistere la testimone e parte civile alla testimonianza dell’altra presunta vittima, Roberta.

Quest’ultima non ha ancora iniziato a parlare in udienza, perché il collegio sta decidendo se raccogliere prima la sua testimonianza oppure decidere sulle eccezioni procedurali poste dagli avvocati della difesa in merito all’applicazione di due giudici, per la quale chiederebbero la rilettura di tutti gli atti del processo.

La presunta violenza a Porto Cervo nel luglio 2019

La notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019 la studentessa si trovava insieme all’amica italo-norvegese, all’epoca dei fatti diciottenne, nella villetta a schiera di proprietà della famiglia Grillo a Porto Cervo. Qui, stando a quanto hanno raccontato le due ragazze, dopo una serata trascorsa al Billionaire, nella quale avevano conosciuto il gruppo di genovesi, le studentesse sarebbero state invitate a passare la restante parte della notte nella casa dei Grillo, dove avrebbero poi subìto una violenza sessuale di gruppo. La presunta vittima sarebbe stata ripresa con un cellulare mentre dormiva su un divano con intorno Ciro Grillo, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta in atteggiamenti offensivi e dal chiaro riferimento sessuale. I filmati che riprendono la scena, oltre ai circa 40 terabyte di documentazione fotografica, video e conversazioni frutto dello scambio di messaggistica tra gli imputati e le due amiche, estrapolati da cinque telefoni cellulari, sono confluiti all’interno del fascicolo processuale.

Battaglia sul giudice trasferito a Bari

Sarà battaglia sull’applicazione al collegio del processo a Ciro Grillo, figlio di Beppe, comico e fondatore del Movimento 5 Stelle, del giudice Nicola Bonante. La vicepresidente del tribunale, Caterina Interlandi, ha fatto sapere di aver chiesto al Csm l’applicazione del giudice trasferito, Nicola Bonante. Se il Csm la concedesse, il giudice tornerebbe a Tempio per ogni udienza fino a chiusura del processo che, quindi, potrebbe proseguire in maniera regolare. In caso di non applicazione, però, secondo alcuni legali dei quattro imputati, sarebbe leso il diritto alla difesa ed è per questo che era stata chiesta la rinnovazione del processo. Sulla quale però il tribunale ha deciso senza attendere la risposta del Csm. “L’applicazione è stata chiesta dalla presidente della Corte d’Appello e quella del collegio, ma deve decidere il Csm, forse l’ha già fatto e noi non lo sappiamo”, ha spiegato Antonella Cuccureddu, difensore di uno degli imputati. Il presidente del collegio che sta celebrando il processo, Marco Contu, ha firmato un’ordinanza per motivare la sua decisione di procedere comunque e ha voluto proseguire nella scorsa udienza lasciando com’era previsto che i consulenti informatici di imputati e parti lese depositassero la lista del materiale da esaminare in aula.

 Il giudice Nicola Bonante, trasferito prima dell’estate al tribunale di Bari, non dovrebbe infatti far parte del collegio giudicante impegnato nel processo sulla presunta violenza sessuale di gruppo di cui sono imputati Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. Il giudice dovrebbe comunque essere applicato al tribunale di Tempio Pausania per seguire altri otto procedimenti di cui si stava occupando prima del trasferimento e che dovranno essere definiti entro il 31 gennaio del 2024. A chiedere al Csm che il giudice, nonostante il trasferimento rimanesse nel collegio del processo che vede tra gli imputati Ciro Grillo, era stata la presidente della Corte d’appello, mentre con un’altra istanza la presidente del tribunale aveva segnalato che il giudice era impegnato anche in altri procedimenti in avanzata fase istruttoria. La ragione della eventuale decisione di escludere dal gruppo dei processi quello a Ciro Grillo sarebbe dovuta al fatto che Bonante è già stato sostituito nel collegio giudicante dal collega Alessandro Cossu, a partire dall’udienza del 10 luglio scorso.

La battaglia in aula tra gli avvocati si è spostata su una nuova contestazione da parte dei difensori degli imputati, derivanti dall’assegnazione del giudice Marcella Pinna all’Ufficio Gip e di una sua eventuale sostituzione. Un nuovo capitolo procedurale dopo quella relativa alla surroga di un altro componente del collegio giudicante, Nicola Bonante, trasferito al tribunale di Bari e sostituito da Alessandro Cossu. Gli avvocati Andrea Vernazza, Gennaro Velle, Alessandro Vaccaro, Enrico Grillo ed Ernesto Monteverde del Foro di Genova, insieme a Mariano Mameli ed Antonella Cuccureddu del Foro di Sassari, hanno sollevato la questione preliminare con il presidente Marco Contu, che potrebbe prevedere l’ipotesi di una rilettura in udienza di tutti gli atti finora trattati e le deposizioni delle decine di testimoni già sentiti. Un passaggio procedurale che potrebbe bloccare la prosecuzione del processo, rimandando anche la testimonianza di una delle presunte vittime prevista oggi in aula.

 

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