Il leader leghista, ministro dell'interno nel 2019, imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio per aver ritardato lo sbarco di 147 migranti
A Parlermo l’udienza del processo Open Arms che si celebra nell’aula Bunker del carcere Ucciardone e che vede imputato l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini per sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio per aver ritardato lo sbarco di 147 migranti nell’agosto del 2019. Il leader leghista oggi presente in aula. Il collegio presieduto da Roberto Murgia ha ascoltato l’ex deputato Gregorio De Falco, prevista anche la testimonianza di Maria Leone, tutrice minori all’epoca dei fatti.
De Falco: “Situazione politica era critica”
Nell’agosto del 2019 chiesi al ministro della Difesa Elisabetta Trenta di non firmare l’ulteriore decreto di interdizione alla navigazione in acque italiane per la nave Open Arms per aggirare il provvedimento del Tar del Lazio che aveva già bocciato il primo atto del ministro Salvini. Lei mi rispose che non l’avrebbe fatto perché c’era già il pronunciamento del Tar” ha detto l’ex deputato Gregorio De Falco teste nel processo Open Arms che si sta celebrando nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo dove il leader leghista Matteo Salvini, all’epoca ministro dell’Interno, è imputato per sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio per aver ritardato lo sbarco di 147 migranti nell’agosto del 2019. De Falco ha poi aggiunto: “Il ministro Trenta mi confidò anche le difficoltà politiche di questa presa di posizione che avrebbe aumentato il consenso di Salvini. Ciò nonostante, mi assicurò che non avrebbe firmato il secondo decreto. La situazione al governo era molto critica con Salvini che minacciò di ritirate la delegazione dei ministri leghisti”. “La ministra Trenta mi disse: sono l’unica che si è opposta ai decreti di interdizioni alla navigazione e mi stanno massacrando, sono isolata nel Movimento” ha aggiunto De Falco. “La guardia costiera libica per quanto mi riguarda è formata da delinquenti” ha aggiunto.
Fuori dal tribunale striscione di sostegno a Salvini
“L’unico a fermare i clandestini, giù le mani da Salvini” recita lo striscione steso fuori dall’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo: dietro lo striscione c’erano i deputati regionali Marianna Caronia, Vincenzo Figuccia e Francesco Scoma.
Richard Gere teste nella prossima udienza a Palermo
Gli avvocati della parte civile nel processo Open Arms hanno confermato la presenza in aula dell’attore americano Richard Gere come teste nel processo Open Arms che si sta celebrando nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo dove il leader leghista Matteo Salvini, all’epoca ministro dell’Interno, è imputato per sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio per aver ritardato lo sbarco di 147 migranti nell’agosto del 2019. Richard Gere verrà ascoltato il 6 ottobre nell’aula bunker dell’Ucciardone a partire dalle ore 15.
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