Si tratta di una donna di origini nigeriane di 43 anni che scontava una pena con termine nel 2023. Era in sciopero della fame dall'ingresso nell'istituto
Una donna di origini nigeriane di 43 anni, si è lasciata morire di fame nel carcere di Torino dove era detenuta. A nulla sono servite le sollecitazioni ad alimentarsi da parte dei medici e del personale di Polizia Penitenziaria. A dare la notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, per voce del Segretario regionale del Piemonte Vicente Santilli. “Il pur tempestivo intervento dei nostri Agenti di Polizia Penitenziaria di servizio non ha purtroppo impedito la morte della detenuta”, sottolinea. Santilli evidenzia che “la donna stava scontando una pena per cui era previsto il termine nell’ottobre 2030. È deceduta intorno alle 3, nell’articolazione di salute mentale presso cui era ristretta, e la morte è stata accertata dal personale medico e paramedico del 118, immediatamente chiamato dagli agenti. La donna, entrata in carcere poco dopo la metà del luglio scorso, si era da subito rifiutata di assumere alimenti, rifiutava ogni cura e sollecitazione a mangiare e persino i ricoveri in ospedale”.
Garante detenuti: “Non si parli di morte naturale”
“Non faccio colpe, ma non si può parlare di decesso per cause naturali. Non è un suicidio in senso stretto, ma non si può far finta che sia una morte per cause naturali, perché non è giusto per la persona morta, né per gli altri detenuti, o per gli operatori. Dobbiamo chiederci quale supporto possiamo dare a queste persone che in un carcere molto difficile vivono in maniera acuta la loro fragilità che li porta a gesti estremi”. Così Mauro Palma, presidente del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, contattato da LaPresse.”Il problema qui non è tanto cercare le colpe – aggiunge – ma siamo alla terza persona detenuta che muore per sciopero della fame nel giro di pochi mesi e questo deve interrogarci tutti sul cosa si possa fare affinché non ci sia la sensazione di abbandono”. E spiega: “Questa persona era in sciopero della fame e della sete dal 22 di luglio e il 4 agosto aveva avuto una crisi ipoglicemica per la quale era stata portata in ospedale ma aveva rifiutato il ricovero. Rifiutava la condanna e questo è un tema sul quale è sempre difficile intervenire perché non è una condizione carceraria sulla quale si può negoziare. La magistratura di sorveglianza era a conoscenza della situazione”.
Magi (+Europa) propone interrogazione a Nordio
“Una detenuta morta di fame nel carcere di Torino, a seguito di uno sciopero di cui nemmeno il garante dei detenuti sapeva nulla. Se le circostante sono confermate è allucinante la notizia che arriva da Torino, è allucinante che un detenuto in sciopero della fame sia morto. Presenterò un’interrogazione urgente al Ministro (della Giustizia, ndr) Nordio su quanto accaduto, anche per fare chiarezza sulle condizioni di detenzione delle persone con problemi psichiatrici”. Lo afferma Riccardo Magi, segretario di Più Europa.
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