Perugia, morì a 2 mesi per errori durante parto: maxi risarcimento a genitori

Perugia, morì a 2 mesi per errori durante parto: maxi risarcimento a genitori
Raffaele Sollecito, center left, and Amanda Knox, center right, sit at the Perugia court, central Italy, Thursday, Sept. 29, 2011. Sollecito and Amanda Knox, an American student were convicted of sexually assaulting and murdering Meredith Kercher, a British student in Perugia, and sentenced to 26 years in prison. They deny wrongdoing and have appealed their convictions, which were issued by a lower court in 2009. Both deny wrongdoing and have appealed the December 2009 verdict. (AP Photo/Pier Paolo Cito)

La vicenda risale al 29 settembre 2016 quando il piccolo nacque all’Ospedale di Santa Maria della Misericordia, vittima di una serie di errori sanitari che ne minarono le condizioni di salute

Si è chiusa con un maxi risarcimento la vicenda del piccolo DR, deceduto a Perugia nel novembre 2016, a soli due mesi dalla nascita. La battaglia legale dei due genitori, assistiti dal pool di consulenti coordinati dal medico-legale dottor Francesco Nobili, si è infatti chiusa con una sentenza della Sezione Civile del Tribunale di Perugia che ha disposto un risarcimento di diverse centinaia di migliaia di euro per la morte del piccolo a carico della Usl perugina.

La vicenda risale al 29 settembre 2016 quando il piccolo nacque all’Ospedale di Santa Maria della Misericordia di Perugia, rimanendo vittima, durante il parto, di una serie di errori sanitari che ne minarono le condizioni di salute, portandolo al decesso a solo due mesi dalla nascita. La morte del piccolo DR, si legge in sentenza, fu “determinata da gravi lesioni encefaliche di tipo ipossico-ischemico acuto in nesso causale con il ritardato intervento con parto cesareo da parte dei sanitari intervenuti“. L’estrazione del bambino quella mattina, fu complessa, anche a causa della posizione assunta dalla testa del nascituro, condizione già nota e che avrebbe dovuto suggerire ai sanitari l’immediata esecuzione di un taglio cesareo, per recare il minor danno possibile sia al piccolo che alla madre.

Gli accertamenti ecografici e i tracciati eseguiti quella mattina evidenziarono da subito delle prevedibili criticità, che avrebbero dovuto indurre i Sanitari a pianificare con largo anticipo le successive azioni e soprattutto ad anticipare di ore il ricorso al cesareo. Tale opzione, invece, non fu mai presa in considerazione, attendendo inspiegabilmente ore, per poi procedere ad un intervento in regime emergenziale, cagionando infine al nascituro prevenibili, nonché irreversibili, danni insorti durante il parto.

Poco tempo dopo la morte del neonato, infatti, i genitori del piccolo si rivolsero all’Associazione Giustacausa per veder riconosciute, in sede civile, tutte le loro ragioni. Ora, dopo anni di dura battaglia giudiziaria, il team di consulenti, medici e legali, guidati e coordinati dal dottor Nobili, si è finalmente arrivati alla sentenza.

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