Il padre del piccolo racconta che la donna era sfinita e non si reggeva in piedi dopo 17 ore in travaglio

“Il mio pensiero oggi è di grande compassione per quella mamma lasciata a sé. E di grande rabbia per una sanità sempre più disumana”. “Un abbraccio a questa povera donna, che doveva essere aiutata e che invece porterà una croce insopportabile tutta la vita”. E ancora: “Il parto, per quanto straordinario sia, è un momento fisicamente e psicologicamente traumatico, dopo il quale una donna deve poter avere l’aiuto di cui ha bisogno”. Sono alcuni dei messaggi di solidarietà e comprensione che si stanno moltiplicando sui social nei confronti della mamma del neonato morto soffocato all’ospedale Pertini di Roma, dove la madre si è addormentata mentre lo stava allattando.

Il padre: “Mamma del bambino lasciata sola”

“Le si erano rotte le acque alle 4 della notte, ha poi trascorso 17 ore in travaglio prima di partorire. Era sfinita, ma le hanno subito portato il piccolo per l’allattamento e hanno anche preteso che gli cambiasse il pannolino da sola. Ma lei non si reggeva in piedi”. Così in un’intervista al Messaggero parla il padre del neonato di tre giorni trovato morto soffocato dopo che la mamma si era addormentata mentre lo allattava, all’ospedale Pertini di Roma. “Lei stessa aveva implorato più volte il personale del reparto di portare il piccolo al nido per qualche ora per potere riposare un po’. Non ce la faceva più. Ma la risposta era sempre ‘no, non si può'”.

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