Salari, misure contro il caro-prezzi, uscita dal lavoro a 62 anni e tassazione degli extra-profitti. Sindacati ancora in piazza oggi contro una manovra finanziaria del governo Meloni ritenuta sbagliata. Da nord a sud le sigle di Cgil e Uil di tutte le categorie pubbliche e private hanno indetto uno sciopero generale di 24 ore per contestare la Legge di Bilancio.
A rischio le prestazioni e i servizi in tutti i settori lavorativi, inclusi trasporti e scuola. A Milano l’Atm ha informato che lo sciopero potrebbe avere conseguenze sul servizio dalle 18 alle 22. A Roma bus, tram e metro di Atac si fermeranno in orario serale, dalle 20 alla mezzanotte.
Attesi disagi sui trasporti ma saranno garantiti i servizi minimi essenziali: in Lazio sciopero di 8 ore del personale del Gruppo FS dalle 9 alle 17, regolari le Frecce e i treni a lunga percorrenza. Si fermano anche i ferrovieri in Campania. A Genova si muovono i lavori del trasporto pubblico locale, un corteo partirà dalla stazione di Piazza Principe attraverserà la città fino all’appuntamento in Prefettura in largo Eros. Manifestazioni e presidi attesi in tutte le province della Toscana con appuntamento centrale in piazza dell’Unità a Firenze. In Emilia mobilitazioni fra i dipendenti di Hera, in Lombardia il personale delle tangenziali Milano Serravalle. Adesioni anche dal mondo dell’associazinismo. L’Arci parla di “manovra iniqua e terzo settore dimenticando” e di “volontariato grande assente tra i beneficiari dei sostegni contro il caro bollette” e annuncia la presenza in piazza a fianco della Cgil.
Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini sarà a Roma per l’ultima giornata di una settimana di mobilitazioni e concluderà la manifestazione regionale in programma per le 10, in piazza Madonna di Loreto (piazza Venezia). Oltre al Lazio si mobiliteranno Alto Adige, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli, Liguria, Lombardia, Molise, Sardegna, Toscana facendo seguito all’astensione dal lavoro nelle ultime 24 ore in Abruzzo, Marche e Piemonte.
Numerose le richieste dei due sindacati: dalla decontribuzione degli aumenti salariali al 5% per gli stipendi fino a 35.000 euro per recuperare almeno una mensilità, all’introduzione di meccanismo automatico di indicizzazione delle detrazioni all’inflazione passando per la tassazione degli extraprofitti con cui finanziare un ‘contributo di solidarietà’ per i redditi bassi fino alla pensione con 41 anni di contributi.