Il Tribunale di Roma boccia un decreto del 2019 di Matteo Salvini e dà il via libera alla dicitura ‘genitore’ sulle carte di identità in alternativa a ‘padre’ e ‘madre’. L’ordinanza è stata emanata dal foro civile romano dopo il ricorso presentato dalle due madri di una bambina che, il 25 settembre 2019, avevano chiesto agli uffici di Roma Capitale l’emissione di una carta d’identità elettronica con l’indicazione dei propri nomi come ‘madre’ e ‘madre’ o, in alternativa, ‘genitore’ per entrambe. Richiesta che venne rifiutata proprio sulla base del decreto dell’ex ministro dell’Interno, che prevedeva solo ‘padre’ e ‘madre’ nei campi dedicati ai genitori.
Sulla base degli studi svolti da un gruppo di lavoro coordinato dagli avvocati Mario Di Carlo e Tommaso Mauro, Rete Lenford e Famiglie Arcobaleno hanno agito in giudizio, prima davanti al Tar Lazio e poi davanti al Tribunale di Roma, per chiedere una carta d’identità conforme alla realtà familiare. Il Tribunale di Roma ha, ora, accolto la domanda della coppia di mamme, assistita dall’avvocato Vincenzo Miri, presidente di Rete Lenford, e dall’avvocato Federica Tempori, socia di Rete Lenford e componente del Gruppo legale di Famiglie Arcobaleno, che aveva chiesto la disapplicazione del decreto Salvini.
Salvini: “Non ho parole”
Questo il commento dell’ordinanza da parte di Salvini: “Usare sulla carta d’identità le parole ‘padre’ e ‘madre’ (le parole più belle del mondo) secondo il Tribunale civile di Roma sarebbe una violazione delle norme comunitarie e internazionali, da qui la decisione di sostituirle con la più neutra parola ‘genitore’. Illegali o discriminanti le parole ‘mamma’ e ‘papà’? Non ho parole, ma davvero”.
Usare sulla carta d’identità le parole PADRE e MADRE (le parole più belle del mondo) secondo il Tribunale Civile di Roma sarebbe una violazione delle norme comunitarie e internazionali, da qui la decisione di sostituirle con la più neutra parola “genitore”.
(1/2) pic.twitter.com/qkNJasQpLc— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) November 16, 2022
Palazzo Chigi: “Rischi per sistema di identificazione”
“L’ordinanza del Tribunale civile di Roma sulla qualifica di genitore nella carta di identità elettronica risale al 9 settembre 2022 e non è stata impugnata dal Ministero dell’Interno. La decisione sarà esaminata dal Governo con particolare attenzione perché presenta evidenti problemi di esecuzione e mette a rischio il sistema di identificazione personale”: questo quanto filtra da fonti di Palazzo Chigi sull’ordinanza in questione.
Rete Lenford: “Governo annulli decreto Salvini”
“La sentenza rappresenta un importante risultato, raggiunto dopo uno straordinario lavoro di squadra di professionisti e professioniste a cui esprimo la mia gratitudine. Purtroppo, il Governo non ha ancora annullato il decreto e, così, continua ancora oggi a offendere la dignità e l’identità di tante famiglie, che volta per volta dovrebbero chiedere a un Tribunale di disapplicare il ‘Decreto Salvini’ per vedersi riconosciuti i propri diritti fondamentali. Reputiamo questo profondamente ingiusto sia per i tempi e sia per i costi della giustizia. Faremo, perciò, ogni sforzo affinché questo Governo annulli il decreto e garantisca per legge l’eguaglianza e la pari dignità di tutte le famiglie. Le carte d’identità registrano quel che per lo Stato è una famiglia: negare anche nominalmente l’esistenza di migliaia di famiglie, e mortificare le identità di persone minorenni, è incostituzionale e anche inaccettabile“. Queste le dichiarazioni di Vincenzo Miri, presidente di Rete Lenford, dopo l’ordinanza.
Famiglie Arcobaleno: “Tutelare i diritti dei più deboli”
“Questa sentenza ci dice che in Italia la persecuzione politica nei confronti delle Famiglie Arcobaleno è semplicemente vergognosa e profondamente ideologica. Da una parte c’è la realtà della vita: nel nostro paese vivono da almeno 30 anni migliaia di famiglie composte da due madri o da due padri, dall’altra c’è l’ideologia di una certa parte politica che vorrebbe cancellare l’esistenza e i diritti di queste famiglie e dei minorenni che in quelle famiglie nascono, crescono e vivono ogni giorno. Il giudice ha messo nero su bianco quello che già sapevamo: le istituzioni devono tutelare i diritti dei più deboli, in questo caso i minorenni, e non scrivere per legge su documenti ufficiali informazioni false e lesive della dignità delle persone. Chiediamo che il decreto Salvini venga annullato perché bambini con due mamme o due papà hanno il diritto di veder riconosciuta la loro storia e la loro famiglia“. Queste invece le parole di Alessia Crocini, presidente di Famiglie Arcobaleno.

