Catania, stupra figlie compagna: arrestato

Catania, stupra figlie compagna: arrestato
Como 5 arresti per violenza sessuale coinvolti 2 minori

In manette un 36enne ucraino a Trecastagni: le vittime avevano circa 15 anni all’epoca delle violenze

Violenze sessuali ripetute sulle due figlie minorenni della compagna e botte, ricatti ed estorsioni. Un 36enne ucraino è stato arrestato dai carabinieri di Trecastagni (in provincia di Catania) in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare richiesta dalla procura di Catania ed emessa dal Gip. L’uomo è finito ai domiciliari con braccialetto elettronico indagato per violenza sessuale aggravata con minorenni, adescamento, lesioni personali aggravate, estorsione alla compagna e maltrattamenti in famiglia per comportamenti tenuti dal 2013 in avanti.

L’uomo, inoltre, è accusato di minacce di morte nei confronti della donna, una connazionale di 38 anni, ma anche contro le figlie (due avute da precedenti relazioni, quelle che hanno subìto gli abusi, e una di cui è lui il padre) e la madre di lei. L’arrestato avrebbe estorto 1000 euro con intimidazioni sul suo permesso di soggiorno. La 38enne è stata picchiata con schiaffi e pugni in testa, anche durante la sua terza gravidanza, provocandole una paresi facciale e un trauma cranico non commottivo con prognosi di dieci giorni.

L’uomo avrebbe “ammorbidito” i suoi comportamenti dopo un ammonimento del Questore di Catania dello scorso luglio ma le violenze sarebbero riprese a breve. Bersaglio di attenzione le due ragazzine con “raid notturni” in camera da letto e tentativi di approccio sessuale. Dall’estate poi l’uomo si sarebbe concentrato sulla seconda figlia della compagna, minore. Le indagini sono state condotte da un pool di magistrati della Procura di Catania specializzato nella violenza di genere.

Da quanto apprende LaPresse all’epoca dei fatti di violenza sessuale sulle ragazze, avvenuti sia negli ultimi mesi di quest’anno che nel 2019, le due avevano all’incirca 15 anni. La madre ucraina con le figlie si trova ora in un’abitazione differente da quella in cui sono stati disposti gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico per il 36enne accusato dei gravi reati.

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